È un Donald Trump senza freni quello che si è presentato in conferenza stampa a Mar-a-Lago a meno di due settimane dal suo insediamento alla Casa Bianca. Una pioggia di annunci e dichiarazioni che spaziano da quella su un’ipotetica conquista “con la forza militare” del Canale di Panama e della Groenlandia, a quelle che riguardano anche i Paesi europei, come ad esempio l’innalzamento della spesa per la Difesa al 5% per tutti i paesi membri della Nato.
Tutela dell’ambiente? No, avanti con le trivellazioni
Il neoeletto presidente americano ha voluto iniziare il suo intervento presentandosi come colui giunto a Washington per salvare l’America da una gestione, quella del suo predecessore, precaria: “Ereditiamo una situazione difficile dall’Amministrazione uscente” e “fanno di tutto per renderla ancora più difficile”, ha detto promettendo di “ribaltare immediatamente” le azioni appena intraprese da Joe Biden in tema di protezione ambientale. “Drill, baby drill!”, ha detto Trump ripetendo uno degli slogan della sua campagna un giorno dopo la mossa del Dem che ha dichiarato area protetta praticamente tutta la costa statunitense, impedendo così la creazione di impianti estrattivi. “Siamo all’inizio di una bellissima età dell’oro del business”. Lui, come Re Mida, promette di rimediare a tutti gli “sprechi” di denaro della precedente amministrazione: “Ha buttato via 50-60 trilioni di dollari di valore – ha detto Trump riferendosi alle mosse di Biden per la tutela dell’ambiente – Quell’uomo non ha idea di quello che fa”.
Panama e Groenlandia? Trump non esclude l’uso della forza militare
Il tycoon è tornato anche sulle sue recenti dichiarazioni secondo le quali gli Stati Uniti dovrebbero annettere la Groenlandia e riprendersi il Canale di Panama. Un modo per cercare di convincere gli scettici che la sua non è una semplice boutade. “Siamo in trattative con loro”, ha dichiarato riferendosi al governo panamense. Il motivo dietro a questa mossa risale, dice, ai tempi di Jimmy carter presidente: era una “brava persona”, ma “dare via il Canale di Panama fu un grosso errore. Credo sia per questo che perse le elezioni, ancora di più che per gli ostaggi”, ha detto in riferimento alla vicenda degli ostaggi americani a Teheran.
Ma non è un obiettivo secondario, a suo dire. Anzi, esattamente come per la Groenlandia non esclude l’uso della forza militare per raggiungerlo. E a proposito di Groenlandia, dopo le proteste della Danimarca che controlla il territorio da due secoli e che ha anche deciso di modificare il blasone reale per renderne più evidente il possesso, ha detto di valutare anche l’imposizione di dazi doganali come ritorsione.
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