Ho guardato con attenzione la puntata sulla sanità di Giulio Valesini a Report. L’ho rivissuta e sono rimasto ancora una volta basito. Sono trascorsi anni da quel giorno. Piacque molto al nostro direttore Peter Gomez che mi ringraziò di aver pensato ad un gioco, di aver fotografato la mano che imbucava la “busta” per la redazione.
Perché sono trascorsi tanti anni, c’è stata la pandemia che qualcosa avrebbe dovuto modificare. Invece no. Nulla. Perché in fondo la spesa per la gestione della sanità pubblica è assolutamente alta e non si capisce nemmeno come possa ad esempio essere enormemente diversa fra regioni della stessa nazione.
Così si scopre che un posto letto ospedaliero ha un costo medio in Italia che si pone circa al centro in Europa come spesa giornaliera, di 443 euro. Ma quello che è strano è che spazia fra i 1031 di Messina e i 413 di Cuneo. Come è possibile? C’entreranno anche gli appalti per gli strumentari sanitari a fare la differenza? Perché le gare non vengono eseguite a livello nazionale?
Perché se nel 2015, con l’articolo di Thomas Mackinson, quando mi inventai il giochetto della busta che viaggia da uno studio medico ad una redazione con scritto mesi prima il nome dell’azienda vincitrice perché le caratteristiche non potevano che essere di quello strumento, ora, con l’inchiesta di Giulio Valesini, sappiamo ancora come vengono organizzati gli appalti. Nello stesso modo. Nessuna novità. Nonostante tutto.
Resta un gioco da ragazzi! Si passano la “pennetta” che nessuno ha scritto ma che tutti compilano, ognuno per la propria parte, nessuno per tutti!
“Ho incontrato primari di importanti ospedali pubblici, i cosiddetti opinion leader, quei medici mi hanno lasciato la pennetta con il capitolato di gara di alcuni dispositivi medici che vendo così ho potuto inserire le caratteristiche tecniche dei prodotti della mia azienda nei vari lotti di gara. In questo modo le caratteristiche dei dispositivi indicati dal medico nel capitolato calzano su misura su quelli che noi vendiamo”.
“Se il medico è un medico di grido viene cercato dalle aziende, se invece è un medico rampante è lui che cerca l’azienda. Io ho fatto diventare parecchie persone opinion leader. L’azienda decide di affidargli lo studio clinico di un prodotto X e il medico tira fuori dei dati…”
Immaginate i costi organizzativi per organizzare le gare di appalto, il tempo perso, le commissioni di valutazione, le centinaia di carte scritte. Tutto inutile. Les jeux sont faits. Prima. Rien ne va plus. Dopo. Comunque.
Chissà se il nuovo anno porterà, come diceva Lucio Dalla, una trasformazione che tutti quanti stiamo già aspettando. E’ difficile crederci ma l’anno che sta arrivando, ne siamo certi, fra un anno passerà. Brindiamo nei lieti calici per risollevarci lo spirito.
L'articolo Gli appalti per gli strumenti sanitari funzionano come tanti anni fa: resta un gioco da ragazzi! proviene da Il Fatto Quotidiano.
