Come da attese, Joe Biden ha deciso di bloccare la vendita da 15 miliardi di dollari della storica acciaieria US Steel alla giapponese Nippon Steel per motivi di sicurezza nazionale. Una mossa preannunciata durante la campagna elettorale e appoggiata dal presidente eletto Donald Trump in nome del “make America great again”. “Come ho detto molte volte – spiega Biden in una nota – la produzione di acciaio – e i lavoratori dell’acciaio che lo producono – sono la spina dorsale della nostra nazione. Una forte industria siderurgica di proprietà e gestione nazionale rappresenta una priorità essenziale per la sicurezza nazionale ed è fondamentale per catene di approvvigionamento resilienti. Questo perché l’acciaio alimenta il nostro paese: la nostra infrastruttura, la nostra industria automobilistica e la base industriale della difesa. Senza la produzione nazionale di acciaio e i lavoratori dell’acciaio nazionali, la nostra nazione è meno forte e meno sicura”.
“Per troppo tempo – prosegue Biden – le aziende siderurgiche statunitensi hanno dovuto affrontare pratiche commerciali sleali, con aziende straniere che hanno riversato acciaio sui mercati globali a prezzi artificialmente bassi, portando a perdita di posti di lavoro e chiusura di fabbriche in America. Ho preso provvedimenti decisivi per competere alla pari per i lavoratori e i produttori di acciaio statunitensi, triplicando i dazi sulle importazioni di acciaio dalla Cina. Con investimenti record nella manifattura, oltre 100 nuovi impianti di acciaio e ferro sono stati aperti da quando sono entrato in carica, e le aziende statunitensi stanno producendo l’acciaio più pulito al mondo. Oggi, l’industria siderurgica nazionale è la più forte che sia stata da anni”.
“U.S. Steel rimarrà un’azienda orgogliosamente americana, di proprietà americana, gestita da americani e con lavoratori dell’acciaio sindacalizzati americani, i migliori al mondo”, ha concluso il presidente che il prossimo 20 gennaio lascerà la Casa Bianca a Trump e che da mesi si opponeva pubblicamente all’accordo. Anche Trump si era dichiarato contrario, affermando che avrebbe salvato U.S. Steel con un mix di dazi e incentivi fiscali.
Le due società interessate hanno già annunciato ricorsi legali contro la decisione del governo americano, affermando che non sono state seguite le procedure appropriate durante la valutazione dell’acquisizione. Senza contare che la mossa di Biden potrebbe creare tensioni nelle relazioni tra Washington e Tokio. Il 23 dicembre scorso la commissione preposta ad analizzare potenziali problemi per la sicurezza nazionale di investimenti stranieri negli Usa, la Cfius presieduta dalla segretaria al Tesoro Janet Yellen, aveva detto di non aver raggiunto un consenso sui rischi dell’accordo, lasciando quindi la decisione finale alla Casa Bianca. In ogni caso nel rapporto finale si affermava che dopo l’acquisizione, la società giapponese avrebbe potuto ridurre la produzione Usa di acciaio e questo sarebbe stato “un rischio per la sicurezza nazionale” provocando “carenze e ritardi” per settori industriali critici, come trasporti e energia.
A commissione e Casa Bianca non sono bastati quindi gli impegni di Nippon Steel di garantire che i posti manageriali e la maggior parte di quelli del board sarebbero stati affidati a cittadini americani. E neanche quello, avanzato lunedì scorso nel tentativo di superare l’obiezione di Biden, come rivela il Washington Post, di offrire al governo americano la possibilità di veto di ogni riduzione della capacità produttiva delle acciaierie.
L'articolo Biden si conferma protezionista: stop alla vendita di Us Steel alla giapponese Nippon Steel. “Questione di sicurezza nazionale” proviene da Il Fatto Quotidiano.