Il doloroso passato di Lorenzo Spolverato torna a galla. Un passato fatto anche di violenza, pistole e coltelli puntati. Ne ha parlato il diretto interessato nella puntata del “Grande Fratello” in onda lunedì 30 dicembre su Canale 5. A spingerlo ad aprirsi su pagine difficili da raccontare è stato Alfonso Signorini: “Non so che cosa tu voglia o possa dire, cercheremo di farlo insieme se vuoi”, lo ha rassicurato. Ma siamo in prima serata in un programma che con fare morboso si insinua volentieri negli anfratti più bui che i protagonisti si portano dentro, e poco importa se certi traumi andrebbero affrontati in altre sedi ben più professionali. “Parlando della tua sofferenza, di questo blocco che ti impedisce la serenità, ritorniamo a quella cameretta di te 15enne” ha proseguito il conduttore. Ecco dunque Lorenzo ricordare volente o nolente le proprie magagne: “Nei primi anni di superiori sono entrato a far parte in modo del tutto inconsapevole di alcune bande, venivo obbligato a fare delle cose. Nei primi momenti riuscivo a tornare a casa dopo scuola e chiudermi in camera ma non funzionava così tutti i giorni”.
I genitori si erano accorti che qualcosa non andasse, ma lui non si era mai aperto con loro, e a quanto pare non lo aveva mai fatto fino in fondo fino a poche ore fa, quando si è “confessato” a favor di telecamera. Riferendosi alle cattive compagnie di cui sopra ha spiegato: “Mi venivano a prendere a scuola e non potevo andare da nessuna parte, andavo in dei capannoni in mezzo ai campi in cui c’era il raduno di questa banda. Spesso tutti erano più grandi e mi obbligavano a fare cose lì, tipo missioni da portare a termine, a rubare, a commettere e ricevere violenza”.
Ma perché proprio Lorenzo? “Perché ero veloce, ero bravo, non mi lamentavo, facevo quello che mi dicevano di fare, mi promettevano soldi che però non sono mai arrivati”. Quando le cose non funzionavano, lo scenario cambiava e degenerava: “Mi legavano, mi bloccavano, picchiavano me e le ragazzine con cui stavo, sapevano dove abitavo e cosa facevo”. Signorini ha tenuto a precisare: “Questa gente era armata?”, “Sì” ha replicato il gieffino, “ho visto a 15 anni le pistole, i coltelli che ti puntavano…”.
Il clima di violenza che Lorenzo ha respirato e vissuto sulla propria pelle continua ancora oggi ad avere delle ripercussioni sulle proprie relazioni, inclusa quella con Shaila Gatta, l’inquilina della casa da cui recentemente si è allontanato: “È come se pensassi di non meritare le cose, le persone, questa cosa va a toccare anche i rapporti sentimentali, soprattutto quando ho davanti a me una persona con una personalità forte, come Shaila” ha ammesso.
L'articolo “Ho fatto parte di alcune bande, mi obbligavano a rubare. Picchiavano me e le ragazze con cui stavo”: la confessione di Lorenzo Spolverato proviene da Il Fatto Quotidiano.