“Se n’è andato senza avere nessuna recriminazione, perché fino alla fine ha sempre fatto di tutto, senza mai pestare i piedi a nessuno e con umiltà”. Con queste parole commosse, Nicola Ragazzi ricorda al Corriere della Sera il padre Cesare, scomparso a 83 anni il 28 dicembre in seguito ad un malore. L’imprenditore bolognese ha fatto della lotta alla calvizie un impero: il suo nome è legato a doppio filo all’invenzione di un metodo rivoluzionario per il trapianto di capelli, ma anche a una campagna pubblicitaria che ha segnato gli anni ’80. “Parola di Cesare Ragazzi” è uno slogan rimasto nell’immaginario collettivo, sinonimo di una soluzione a un problema che, all’epoca, era ancora un tabù.
Cesare Ragazzi ha avuto tra i suoi clienti molti personaggi famosi, ma solo Lucio Dalla si è “manifestato” pubblicamente: “Mio padre e Lucio erano legati da una profonda amicizia”, ricorda il figlio Nicola. “Poi, mia sorella si è trovata a collaborare alla realizzazione della statua dedicata a Lucio in piazza Cavour. Ma devo dire che di cene a casa nostra e aneddoti da raccontare ce ne sarebbero tantissimi”. Come ad esempio quello su Boldi e De Sica: “Erano a Bologna a girare alcune scene di un film e, all’improvviso, una sera me li ritrovai a tavola. Nemmeno da dire, mia mamma tirò fuori i tortellini”.
Cesare Ragazzi è stato un pioniere nel mondo della pubblicità, mettendo il proprio volto e il proprio nome al servizio del suo prodotto: “La sua soluzione è stata il frutto dello studio per risolvere un suo problema”, spiega Nicola. “L’ha poi condivisa con qualche amico, poi ha creato il primo centro”. Nonostante il crack del suo impero, Cesare Ragazzi è sempre rimasto un uomo ottimista e positivo. “Credo che professionalmente abbia ricevuto qualche pugnalata alle spalle“, dice Nicola, “ma lui non ha mai serbato rancori”.
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