È caduto un fiore: all’età di 91 anni, si è spenta per problemi respiratori, nell’ospedale di Leiria, in Portogallo, Celeste Caeiro, la donna che il 25 aprile 1974 distribuì i fiori ai soldati nel giorno passato alla storia come la Rivoluzione dei Garofani. Il movimento guidato dai capitani delle forze armate diede la spallata decisiva al regime salazarista dopo 48 anni di dittatura.
L’Estado Novo lusitano aveva avuto come modello il fascismo italiano. Il suo ispiratore era stato l’economista Antonio de Oliveira Salazar, ministro delle Finanze dal 1928 al 1932 e dal 1932 fino al 1968, dittatore del Portogallo. Oltre a essere contrario a comunismo, socialismo, sindacalismo e anticolonialismo, cercò di imporre la dottrina del lusotropicalismo, ovvero l’estensione del Portogallo ad Angola, Mozambico e ai territori d’oltremare. Salazar si mise contro la storia: mentre gli imperi coloniali si dissolvevano, il Portogallo sprofondò in guerre sanguinose contro i movimenti indipendentisti di Angola e Mozambico. I conflitti fecero crollare l’economia. Il Paese divenne uno dei più poveri d’Europa e una generazione di giovani fu falcidiata dalle guerre. Il movimento dei capitani nel 1974 insorse contro il successore di Salazar, Marcello Caetano, senza incontrare resistenza: il Portogallo era stremato.
Il simbolo di quella rivolta fu Celeste Caeiro, una donna minuta, alta poco più di un metro e mezzo, che lavorava in un ristorante. Il proprietario le aveva chiesto di comprare garofani per regalarli alle donne che avrebbero partecipato a una festa organizzata nel locale. Lo scoppio della rivoluzione fece saltare tutto, ma il proprietario del ristorante ordinò a Celeste di ritirare ugualmente i fiori, per evitare che si rovinassero. La donna rispettò la consegna, ma incuriosita dal movimento delle strade, si diresse verso il centro di Lisbona. Un soldato le chiese una sigaretta. Celeste rispose che non fumava, ma offrì un garofano: il soldato accettò il regalo e lo mise nella canna del fucile. Celeste distribuì i fiori ad altri militari che imitarono il gesto del collega. La notizia si diffuse rapidamente a Lisbona e nel resto del Paese: era nata la Rivoluzione dei Garofani.
Celeste Caeiro è stata un simbolo del nuovo Portogallo. Madre spagnola, ha lavorato 44 anni facendo la sarta, la cameriera e l’addetta ai bagagli. Abbandonata dal marito, ha cresciuto sua figlia compiendo enormi sacrifici. Nel 1988 perse la casa, distrutta da un incendio: nel rogo, andarono bruciate le fotografie di quel 25 aprile 1974. Viveva con una pensione di 400 euro e più volte la nipote, Carolina, ha lamentato il disinteresse nei confronti della nonna dei politici portoghesi. Celeste Caeiro raccontò un giorno: “Non ho più rivisto il soldato. Ogni volta che penso a quel giorno, piango. Avevo quarant’anni, accudivo mia madre e mia figlia. Vivevo nel quartiere Chiado e adoravo la mia Lisbona”.
Celeste Caeiro ha trascorso gli ultimi anni in una casa in Albocaça, con figlia e nipote. Quel 24 aprile di 50 anni fa non distribuì molti garofani, appena una dozzina: sufficienti, però, per entrare nella storia.
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