La Regal Rexnord Tollok – azienda metalmeccanica a Masi Torello (Ferrara) – ha licenziato 77 dipendenti con una mail. La ragione? Lo stabilimento ferrarese sarà chiuso e la proprietà una multinazionale statunitense – ha intenzione di trasferire la produzione all’estero. In India e in Cina per la precisione, dove il costo della manifattura è notoriamente inferiore. A dare la notizia sono i giornali locali.
La mattina del 7 ottobre i dipendenti hanno appreso di essere stati liquidati dall’azienda. Dopo alcune ore è iniziato un presidio di fronte ai cancelli dell’azienda. Per i lavoratori è stato un fulmine a ciel sereno: “Stavamo lavorando come sempre quando le Rsu ci hanno comunicato la decisione dell’azienda arrivata via pec. Siamo rimasti senza parole, non ne sapevamo niente”, dicono i lavoratori sbigottiti.
Per mercoledì 9 ottobre è stato indetto uno sciopero perché – affermano i sindacati – nulla fino a lunedì è emerso in merito alle intenzioni del datore di lavoro. “È stata una doccia fredda“, ha detto Stefano Bondi della Fiom. E ha aggiunto: “Abbiamo ricordato all’impresa che in Emilia-Romagna vige il Patto per il lavoro, che in qualche modo determina il fatto che prima di arrivare al licenziamento devono essere utilizzati tutti gli ammortizzatori sociali. Cosa che qui non è stata fatta”.
In sostanza, nell’arco di 75 giorni e prima del licenziamento effettivo, l’azienda è tenuta a seguire un percorso tecnico preciso, cosa che in questo specifico caso non è avvenuta. Mercoledì ci sarà un incontro nella sede di Confindustria a Ferrara tra la parte rappresentativa dell’azienda e i sindacati, in contemporanea i lavoratori terranno un presidio davanti al palazzo.
Come riporta dalla Gazzetta di Reggio, le Rsu e i rappresenti sindacali (presenti Fiom Cgil, Cisl e Uil) i rappresentati locali dell’azienda (che ha sede all’estero) hanno già tenuto un primo colloquio: “Abbiamo detto in maniera chiara che è stata utilizzata una metodologia assolutamente scorretta e poco rispettosa nei confronti dei lavoratori.” Dalla sede di Masi Torello hanno spiegato però che “anche loro erano all’oscuro di tutto, che la decisione è piovuta dall’alto”. La cosa che stupisce, racconta Chiara Zambonati della Fiom ad Estense è che “l’incontro fatto il 27 luglio con l’azienda sembrava che fosse tutto gestibile”.
“Un comportamento inaccettabile” quello della società americana, secondo Michele De Pascale, sindaco di Ravenna e candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Emilia Romagna. Lo stabilimento del Ferrarese, osserva il sindaco di Ravenna, “è stato finora produttivo e non sono mai stati attivati dall’azienda gli ammortizzatori sociali, ci troviamo dunque davanti ad una situazione gravissima, riprovevole sia dal punto di vista della forma, con il licenziamento dei dipendenti via mail senza alcun preavviso dalla sera alla mattina, sia dal punto di vista della sostanza, poiché non sussiste una spiegazione logica in merito a questa scelta compiuta all’improvviso dalla casa madre”.
L'articolo Ferrara, in 77 licenziati con una Pec: “Arrivata mentre stavamo lavorando”. La proprietà Usa vuole portare la produzione in India e Cina proviene da Il Fatto Quotidiano.