La Camera ci riprova: eleggere il giudice della Corte costituzionale che deve sostituire l’ex presidente della Consulta, Silvana Sciarra. Il 17 settembre c’era stata una fumata nera con il sesto scrutinio della Camere in seduta comune che si era concluso in un nulla di fatto, con la presenza di soli 374 parlamentari su 605. E così ai deputati e senatori di Fratelli d’Italia, dopo sette votazioni a vuoto del Parlamento in seduta comune, è arrivato un messaggio della premier Giorgia Meloni. “Attenzione martedì 8, ore 12.30 indispensabile la presenza di tutti al voto per la Corte costituzionale”, il testo in stampatello maiuscolo con quadratini rossi che evidenziano la rilevanza dell’input. “Eventuali missioni vanno rimandate o annullate“.
Il Parlamento è chiamato a sostituire Sciarra, che ha concluso il proprio mandato l’11 novembre del 2023. Senatori e deputati di FdI non hanno ancora ricevuto l’indicazione, ma circolano due nomi: quello del segretario generale alla Presidenza del Consiglio, Carlo Deodato, oppure quello del consigliere giuridico di Meloni, Francesco Saverio Marini, costituzionalista e consulente nella redazione della riforma sul premierato. Il 10 novembre dell’anno scorso il presidente Mattarella aveva nominato Giovanni Pitruzzella e Antonella Sciarrone Alibrandi, che hanno sostituito Daria De Pretis e Nicolò Zanon
Per eleggere un giudice occorrono infatti i due terzi dei voti di tutti i parlamentari aventi diritto (605) nei primi tre scrutini, e tre quinti dal quarto scrutinio, pari a 363 voti. Appena il 24 luglio scorso il capo dello Stato aveva lanciato quello che egli stesso definì “monito, esortazione, invito” al Parlamento ad eleggere il giudice, dopo che analogo appello era stato fatto per due volte dal presidente Barbera (il 18 marzo e il 28 giugno). Il presidente della Camera Lorenzo Fontana, dopo le parole del Capo dello Stato aveva annunciato che da settembre avrebbe proceduta a una convocazione a oltranza settimanale, ma il 17 settembre i parlamentari erano troppo pochi. Intanto a dicembre concludono il mandato tre altri giudici di nomina parlamentare (Barbera, Franco Modugno e Giulio Prosperetti). “La Corte funziona con l’intervento di almeno undici giudici” prevede la legge (art 16 della legge 87/1953) norma che spiega perché l’elezione è così importante. Il plenum della Consulta prevede 15 componenti.
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