La Procura di Roma ha ordinato il dissequestro del telefonino di Maria Rosaria Boccia. Si sono concluse le operazioni di copia forense dei device – computer, memorie elettroniche e smartphone – dell’imprenditrice, denunciata dall’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, e per questo indagata nella Capitale per i reati di violenza o minaccia a corpo politico e lesioni personali. Per tale motivo la pm Giulia Guccione, consultati i carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, ha firmato il decreto per la “pronta restituzione” dei supporti a Boccia, “ravvisato che non è più necessario mantenere il sequestro del dispositivo cellulare da cui sono esportate le chat” e che “a un primo esame non si ritiene sia necessario il sequestro preventivo”. Il decreto è arrivato su istanza di restituzione presentata dalla difesa di Boccia.
Intanto prosegue l’inchiesta dei pm romani. Dopo aver sentito come persona informata sui fatti l’ex ministro Sangiuliano, che nei giorni scorsi ha risposto per 4 ore e mezza alle domande del procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, spiegando nel dettaglio le 12 pagine dell’esposto depositato il 13 settembre, è possibile che nei prossimi giorni possano essere sentiti altri testimoni. In particolare si fa riferimento alle persone nominate da Sangiuliano nell’esposto, dal capo di Gabinetto Francesco Gilioli ai collaboratori che hanno seguito la pratica della nomina di Boccia a consulente per i Grandi eventi, incarico poi non formalizzato. Si valuta anche la possibilità di convocare la moglie dell’ex ministro, Federica Corsini. L’interrogatorio dell’imprenditrice di Pompei, spiegano fonti inquirenti, non è invece stato ancora calendarizzato.
L'articolo Sangiuliano, la procura di Roma dissequestra il cellulare di Maria Rosaria Boccia proviene da Il Fatto Quotidiano.