Finisce in carcere con l’accusa di aver pilotato appalti verso aziende della sua famiglia Franco Alfieri, sindaco di Capaccio Paestum e presidente della Provincia di Salerno, papavero del Pd salernitano e a lungo tra i più stretti collaboratori del governatore Vincenzo De Luca, che lo rese immortale con la celebre battuta sulle fritture di pesce.
Quello di Alfieri è il nome di spicco di un’ordinanza cautelare nei confronti di sei indagati, accusati reati di turbata libertà degli incanti e corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio. La Finanza ha proceduto al sequestro, nella forma diretta e per equivalente, di un ammontare superiore ai 543.000 euro.
La Procura di Salerno guidata da Giuseppe Borrelli ha disposto il carcere per Alfieri, i domiciliari per Vittorio De Rosa ed Alfonso D’Auria, rispettivamente legale rappresentante e procuratore speciale della Dervit spa, Elvira Alfieri, legale rappresentante della Alfieri Impianti S.rl nonché sorella del sindaco, Andrea Campanile, dipendente del comune di Capaccio facente parte dello staff del sindaco, e Carmine Greco responsabile tecnico del comune di Capaccio nonché Rup dei procedimenti finiti nel mirino delle indagini.
E’ lo sviluppo di un’inchiesta giudiziaria raccontata a febbraio su ilfattoquotidiano.it, quando Alfieri e altri furono perquisiti e ci fu una parziale discovery delle accuse. In buona sostanza, ci sarebbe stato un accordo corruttivo tra Alfieri e De Rosa in base al quale Dervit avrebbe concesso subappalti all’azienda della sorella di Alfieri a Battipaglia e il sindaco in cambio avrebbe fatto in modo di far vincere a Dervit un appalto da più di due milioni di euro a Capaccio.
E poi altre gare, dopo, sarebbe state truccate. In particolare quella per l’intervento di adeguamento, ampliamento e efficientamento energetico del primo lotto dell’impianto di pubblica illuminazione comunale, e quella dei lavori di adeguamento e riqualificazione energetica della pubblica illuminazione stradale del Comune, entrambe bandite dal Comune di Capaccio Paestum ed aggiudicate dalla Dervit
Nella nota diffusa dalla Procura si sottolinea che le accuse sono fondate essenzialmente su intercettazioni e sugli esiti dell’esame della documentazione, anche informatica, acquisita nel corso delle perquisizioni del 30 gennaio 2024, molto tempo prima dell’indizione di queste gare. Secondo la ricostruzione inquirente condivisa dal Gip, Campanile (per conto di Alfieri) e D’Auria (per conto di De Rosa) “avevano concordato le strade da inserire nel progetto esecutivo concernente le future gare, i tempi e i costi dei singoli interventi, nonché ogni altro dettaglio tecnico concernente i futuri lavori, dando per certo che sarebbe stata la Dervit spa ad aggiudicarsi gli appalti”.
Proprio la Dervit spa, dopo il perfezionamento degli accordi, avrebbe provveduto — attraverso sue propaggini organizzative — alla materiale redazione degli atti delle due procedure.
L'articolo Arrestato Franco Alfieri, il “re delle fritture”: “Appalti truccati per favorire la ditta di famiglia” proviene da Il Fatto Quotidiano.