Il Trentino dice no alla riforma del voto in condotta del ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara. A rinviare al mittente la legge approvata dalla maggioranza di governo è un’esponente di Fratelli d’Italia, l’assessora all’Istruzione della Provincia autonoma di Trento Francesca Gerosa: “Non la recepiremo, non siamo obbligati a farlo. In Provincia abbiamo un sistema che disciplina nel dettaglio la valutazione. Diciamo che la condotta diventa un concetto più ampio, che include la partecipazione, l’impegno, il rispetto e il comportamento. E il voto è una sorta di sintesi di tutti questi aspetti, tenendo conto della capacità di relazione”, dice in un’intervista a l’Adige.it. Una strada “trentina”, dunque, autonoma e indipendente dalle scelte di Roma: un modello, adottato già dal 2010, che non contempla la bocciatura in caso di voto in condotta insufficiente. “Il voto non influirà sull’ammissione alla classe successiva. L’idea di fondo è di educare più che imporre. E personalmente condivido il concetto di considerare i nostri ragazzi come persone adulte: in caso di errori si può lavorare per recuperare”, spiega l’assessora.
Una posizione che ha creato qualche mal di pancia a destra: la riforma della condotta infatti è un cavallo di battaglia del governo, tanto da essere stata diventata legge in meno di un anno dalla presentazione. Gerosa, tuttavia, non vuole che il suo ragionamento si presti a strumentalizzazioni politiche: “È facile cercare di mettere in contrapposizione la mia posizione con quella di Valditara, ma voglio essere chiara: il governo ha scelto di portare avanti questa linea e lo capisco, perché ci sono situazioni drammatiche dove i ragazzi usano la violenza anche contro i docenti”, dice al fattoquotidiano.it. Detto ciò, argomenta, in Trentino da anni il sistema di valutazione è diverso e non vi è alcuna intenzione di adeguarsi a quello approvato dal Parlamento: “Non abbiamo il voto in condotta ma si parla di capacità di relazione; è qualcosa di molto più ampio, una sintesi dell’impegno, della partecipazione, del rispetto. Il nostro sistema è consolidato e ci sono regolamenti che le scuole adottano. Cerchiamo di recuperare i ragazzi perché i loro atteggiamenti non si manifestino fuori dalla scuola”. Nella pratica, in pagella il giudizio sul comportamento è incluso in quello sulla “capacità relazionale”, che da sola non influisce sull’ammissione alla classe successiva e alla primaria fa parte del giudizio globale formulato dagli insegnanti.
Diversa la questione dei voti alle elementari dove, invece, in Trentino i cosiddetti giudizi sintetici (“ottimo”; “discreto”; “sufficiente”; “insufficiente”), reintrodotti dal governo con la riforma, sono in vigore da anni e sono “Ho già chiesto di strutturare una formazione per gli insegnanti e i dirigenti sulla gestione delle situazioni più problematiche e sulla conduzione dei procedimenti disciplinari”, aggiunge l’assessora Gerosa. “Dobbiamo essere vicini alla comunità scolastica in tutte le sue componenti, senza dimenticare che il fine ultimo della scuola è quello di educare dei cittadini a tutto tondo. Nel ribadire da parte mia tolleranza zero verso le condotte deprecabili, dico anche che dobbiamo lavorare per recuperare quei ragazzi che non rispettano persone e cose, e che spesso provengono da contesti difficili, scongiurando al contempo i rischi di dispersione scolastica”.
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