Per il settimo anno consecutivo Roberto Bolle ha reso Milano capitale della danza mondiale con l’evento “On Dance” che si concluderà domani, 8 settembre. Per la chiusura Piazza Duomo sarà gremita da migliaia di giovani danzatori e danzatrici per il “Ballo in Bianco” che sarò trasmesso in diretta su Rai 1, presentato da Cristiana Capotondi. Ogni anno, si riversano per le strade di Milano una serie di appuntamenti imperdibili, dal mattino alla sera, per celebrare l’arte della danza e offrire al pubblico un’esperienza immersiva.
Il tema di On Dance quest’anno è “Il Viaggio”. Come mai?
Perché l’identità di On Dance è quella del viaggio, di aprirsi a tante realtà diverse, a tanti tipi di danza diversi. Il calendario di On Dance contiene tante open class: il classico contemporaneo, il tango, lo swing, il latino americano, l’hip hop, la danza orientale, Bollywood, la danza irlandese, la danza afro… Veramente ce n’è per ogni tipo di danza. E poi la danza porta a unire le culture, creare dei ponti con altre culture perché è un linguaggio che unisce.
Cosa rappresenta per te il viaggio?
Girare il mondo mi ha permesso di andare in ogni Paese di comunicare, di viaggiare senza avere bisogno di parlare una lingua, soltanto con il linguaggio della danza, quindi è un viaggio fisico, ma è anche un viaggio spirituale, di crescita, di apprendimento e di miglioramento per migliorare se stessi.
Qual è stato il viaggio più bello che hai fatto?
I viaggi belli sono stati tantissimi perché tutti i teatri hanno una loro bellezza dall’Opera di Parigi al Metropolitan di New York, ai viaggi in Giappone… Sono grato e felice che la danza mi abbia dato l’opportunità di viaggiare tanto ed entrare in contatto con culture diverse, in Paesi da una parte all’altra del globo. Lo scorso anno sono andato a Sydney, dove non ero mai stato, grazie alla danza per ballare anche nel continente che mi mancava.
E quello più difficile?
Sicuramente quando ero più giovane e quando ho iniziato a viaggiare perché non avevo la sicurezza, la capacità di affrontare delle sfide anche molto pesanti e impegnative… Non mi sentivo pronto, avevo 21 anni. Ricordo i viaggi a Toronto e a Londra per dei ruoli molti impegnativi. Sono stati ecco dei viaggi che mi mettevano grande ansia e inquietudine.
On Dance si è aperta con una anteprima il documentario Roberto Bolle alla scoperta delle Gallerie d’Italia. Com’è nato il progetto e se lo vedremo in tv?
È un progetto nato dalla volontà di unire l’arte e la danza con quella della bellezza, che è un po’ il file rouge del mio percorso artistico che, in questo caso, abbiamo declinato in quattro gallerie d’arte Milano, Napoli, Vicenza e Torino. Quattro luoghi, quattro poli museali molto diversi, molto belli, in cui abbiamo inserito la danza di On Dance, non solo mia, ma anche il tango, l’hip hop, lo swing, il latino americano. Speriamo che questo documentario possa circolare anche sui canali mainstream ed essere visto da pubblico molto più grande.
Il Ballo in Bianco avrà 2mila ballerini in Piazza Duomo a Milano, cosa dobbiamo aspettarci e cosa vedremo?
È proprio la celebrazione di On Dance, il rito quotidiano della sbarra, ritorna quest’anno in Piazza Duomo con 2.000 ragazzi. Sia che lo scorso anno che quest’anno ci sarà una diretta su Rai Uno alle 9:40. Facciamo vedere a tutti come lavoriamo quotidianamente prima di affrontare le ore di prova, prima di andare in scena. Quindi questo è il lavoro quotidiano, questa è l’essenza del ballerino che piano piano facciamo conoscere a tutto il pubblico.
Lo scorso anno sei tornato in Rai con Viva la danza. Pensi già a un nuovo show legato alla danza da riproporre in televisione?
Non c’è ancora nulla di certo, di sicuro, di confermato. Viva la Danza ha avuto un bellissimo successo di critiche di pubblico. Quindi speriamo che potremmo riproporre questo spettacolo.
L'articolo “Il mio viaggio più difficile? Avevo 21 anni non ero pronto ad affrontare le sfide, provavo ansia e inquietudine”: Roberto Bolle presenta On Dance proviene da Il Fatto Quotidiano.