Un ragazzo di 18 anni di origini egiziane la scorsa notte è morto carbonizzato a causa di un incendio in una cella del carcere milanese di San Vittore che condivideva con un altro detenuto. A riferirlo Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria. “L’incendio sembrerebbe appiccato da loro stessi, come ormai avviene con assidua frequenza”, sostiene De Fazio, riferendosi ai detenuti. “Non crediamo possa parlarsi di suicidio, ma è un’altra morte che si aggiunge ai 70 detenuti e ai 7 agenti che si sono tolti la vita dall’inizio dell’anno in quello che sempre più appare come un bollettino di guerra“. Il Garante dei detenuti di Milano, Francesco Maisto, commenta che “in un carcere che ha un sovraffollamento spaventoso come San Vittore, nonostante tutte le precauzioni, questi fatti purtroppo vanno messi in conto” e parla di “grande tristezza per l’aumento delle morti in carcere, sia per suicidio sia per mancanza di cure adeguate, in un clima di indifferenza generale”.
“Quanto accaduto a San Vittore mette ancora una volta a nudo la crisi senza precedenti del sistema penitenziario e se le conseguenze non sono state ancora più gravi lo si deve solo al pronto e professionale intervento della Polizia penitenziaria che, depauperata negli organici, stremata nelle forze e mortificata nell’orgoglio è intervenuta mettendo in salvo il secondo recluso e impedendo che le fiamme si propagassero al resto del carcere”, dice dal canto suo De Fazio, ricordando l’indice di sovraffollamento e le carenze di personale del carcere milanese: “A San Vittore sono letteralmente stipati 1.100 detenuti, a fronte di 445 posti disponibili, con un sovraffollamento di oltre il 247%, sorvegliati da 580 appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria, distribuiti su più turni e compresi gli addetti agli uffici e ai servizi vari, rispetto a un fabbisogno di almeno 700, con una scopertura del 17%“.
L'articolo La polizia penitenziaria: “Ragazzo di 18 anni morto carbonizzato in cella a San Vittore” proviene da Il Fatto Quotidiano.