Un uomo di 60 anni, addetto alle pulizie di un ospedale romano per una ditta privata, è accusato di aver prestato soldi ai colleghi applicando tassi di interesse fino al 900%. Marco P. si trova ora agli arresti domiciliari con l’accusa di rapina, tentata estorsione ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria.
L’indagine – scattata durante il Covid grazie ai carabinieri della stazione di Porta Portese – è nata dalla denuncia di una delle vittime che, a fronte di un prestito di 500 euro, dal 2018 al 2020, è stato costretto a versarne all’uomo circa 20mila. Per ottenere i soldi dai colleghi, l’uomo faceva riferimento a fantomatici ‘soci’ che spingevano per riavere i soldi.
Il Gip del Tribunale di Roma, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, ha spiegato che l’uomo, oltre ad aver chiesto 20mila euro a fronte dei 500 prestati, aveva costretto con la forza il collega a consegnargli la propria Poste Pay e “poiché detta carta era bloccata, approfittando di un momento di sua distrazione, si era impossessato anche della sua nuova carta Poste Pay. Il monitoraggio della lista movimenti della citata carta ha consentito di ricondurre l’utilizzo della stessa in capo al P. e di accertare numerose ‘ricariche’ di denaro effettuata in favore dell’indagato da numerosi soggetti per una somma complessiva di 35.260.00, somma che ha indotto la polizia giudiziaria a ritenere che le vittime fossero numerose“.
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