E’ iniziata nella parte centrale della Striscia di Gaza la campagna di vaccinazione contro la poliomielite, decisa dopo che il territorio devastato dalla guerra ha registrato il primo caso di malattia in un quarto di secolo. La campagna, che riguarda i bambini con meno di 10 anni, ufficialmente inizierà domani, ma secondo Al Jazeera sono già stati somministrati una decina di vaccini presso l’Ospedale Nasser. I funzionari del ministero della Sanità nel territorio gestito da Hamas, insieme alle Nazioni Unite e alle Ong “stanno iniziando oggi la campagna di vaccinazione contro la polio nella regione centrale”, ha confermato all’AFP Moussa Abed, direttore dell’assistenza sanitaria primaria presso il ministero della Sanità di Gaza.o.
Nei primi quattro giorni saranno vaccinati i piccoli che vivono nella zona centrale della Striscia, nei successivi quattro giorni si passerà a Khan Yunis e la parte finale della campagna interesserà il nord dell’enclave. Le vaccinazioni si terranno nelle scuole dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi (Unrwa) che sono state trasformate in centri di evacuazione e nelle scuole pubbliche rimaste intatte. Durante ogni ciclo della campagna, il ministero della Salute palestinese in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (Unicef), l’Unrwa e i partner, fornirà due gocce del nuovo vaccino orale antipolio di tipo 2 (nOPV2) a più di 640mila bambini sotto i dieci anni di età.
Intanto in Cisgiordania la portata e l’intensità dell’incursione israeliana a Jenin, in corso da quattro giorni, sono allarmanti, secondo Medici Senza Frontiere che in una nota evidenzia come le forze israeliane continuino a “ostacolare l’accesso alle strutture sanitarie, bloccando e prendendo di mira anche le ambulanze, ritardando così l’accesso della popolazione alle cure mediche”. Nell’ospedale Khalil Suleiman a Jenin, supportato da Msf e circondato dalle forze israeliane dall’inizio dell’incursione, le forniture di elettricità e acqua sono compromesse. L’équipe medica è stata costretta a interrompere le dialisi, fondamentali per il trattamento dell’insufficienza renale.
A Tulkarem, dopo il ritiro delle forze israeliane, un volontario formato dall’organizzazione che è stato picchiato e interrogato dalle autorità israeliane. “Israele deve rispettare i suoi obblighi di potenza occupante in Cisgiordania, compreso garantire l’accesso alle cure mediche – conclude Msf nella nota – Gli ospedali, le ambulanze e l’azione medico-umanitaria devono essere rispettati e protetti”.
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