“Come vivo? Mi hanno dimezzato la pensione, prendo poche migliaia di euro, vivo con quelle poche migliaia e arrotondo con piccole consulenze”. La lamentela, in una lunga intervista a Repubblica in cui paventa ancora una volta il rientro in politica (ma per ora è ancora incandidabile), è di Roberto Formigoni. Il Celeste, ex governatore della Lombardia, dopo aver scontato per intero la condanna a 5 anni e 10 mesi per corruzione per la vicenda Maugeri-San Raffaele, piange miseria nonostante percepisca a suo dire “tra i 2mila e i 2200 euro”. Una cifra che come si favoleggia non basta per una città come Milano. Per un confronto bastai sapere che la Ral (Retribuzione annua lorda) media nazionale è di 30.284 euro. Quindi più o meno 1500 euro netti, al mese.
I vecchi tempi – Certo sono lontanissimi i tempi in cui dal suo conto corrente – come dimostrato dalla procura di Milano che ha ottenuto la sua condanna – non usciva un solo euro per pagare, per esempio, le famose vacanze in barca. Vacanze e tutto il resto: all’ex presidente della Regione Lombardia veniva proprio contestata una corruzione fatta di cene, viaggi e gite in barca. Divertimenti e anche un acquisto agevolato di una villa in Sardegna. Tutto pagato con i soldi fuoriusciti dalla casse dell’istituto Maugeri di Pavia e dell’ospedale San Raffaele di Milano. Ed è per questo il pm di Milano Laura Pedio durante il processo di primo grado ricordò come “70 milioni di euro” erano stati “tolti ai malati per i suoi sollazzi”. Una “serie di utilità” per favorire i due enti lombardi con delibere di giunta per circa 200 milioni di rimborsi pubblici.
Il caso della pensione – Formigoni percepisce quindi una pensione perché da condannato non ha più diritto al vitalizio. Nel 2019 il consiglio di presidenza di palazzo Madama aveva infatti preso atto della sentenza della Cassazione che aveva confermato la condanna per corruzione e aveva dato applicato la delibera del 2015 che prevede la sospensione delle erogazione di pensioni e vitalizi per i parlamentari condannati in via definitiva. Quindi anche la pensione gli era stata tolta, ma l’ex governatore aveva presentato ricorso e il Senato, nell’aprile del 2021, aveva ha emesso due sentenze. Risultato? Pensione restituita. La Corte dei Conti gli aveva sequestrato il vitalizio della Regione ma non aveva potuto intervenire su quella del Senato perché appunto “una pensione”. A suo dire per i 34 anni “al servizio del Paese, 18 in Regione Lombardia. È la pensione che io ho messo via mese dopo mese versando i contributi ogni anno. Ho fatto ricorso perché era leso il mio diritto a non morire di fame” aveva dichiarato in una intervista nel giugno del 2021.
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