Luce, luce ovunque. Così Axel Munthe – un esteta, un mecenate – volle la sua casa dei sogni. Mentre La storia di San Michele, la sua bibbia laica, tradotto in 50 lingue, è stato il secondo libro più letto dopo la Bibbia (il librone vero). Era un’abitudine, quella dello svedese Munthe e del barone Fersen, entrambi noti per il loro stile di vita eccentrico, di mandarsi un saluto serale affettuoso attraverso segnali luminosi che bucavano l’oscurità.
Da Anacapri a Capri, in mezzo “cattedrali” di roccia a strapiombo sul mare
Negli anni ’20 una femme fatale, regina del jet-set internazionale, la marchesa Luisa Casati Stampa, prendeva in affitto la villa di Axel Munthe. Mentre lui, a causa di una malattia degenerativa agli occhi, che lo privò dell’abbagliante luce azzurra, si trasferì nella meno luminosa Torre Materita (comprata 20 anni fa da Diego Della Valle).
Casati Stampa celebrava messe nere nella cappella di San Michele e dormiva in una bara, scriveva il suo “biografo” James Money. Si considerava lei stessa un’ “opera d’arte vivente”, andava a spasso per l’isola con un leopardo e come ornamento aveva un serpente arrotolato sul braccio a mo’ dì bracciale, ebbe una relazione con Gabriele D’Annunzio e fu la musa di importanti artisti del suo tempo: Giacomo Balla, Man Ray, Giovanni Boldini, Kees van Dongen.
Axel Munthe, medico di fama internazionale e promettente baritono, con la sua amica del cuore Victoria di Svezia, talentuosa pianista, inaugurarono il salotto musicale del venerdì. Qui erano di casa Oscar Wilde (cacciato dal Quisisana per la sua omosessualità), che di Axel scrisse “splendente personalità”, e il poeta Rainer Maria Rilke. La formula del convivio letterario del venerdì ha ispirato il Festival “Un’estate per sognare”, da 30 anni tra i più apprezzati dalla Mitteleuropa chic. E la sovrintendente e console Kristina Kappelin ne ha consolidato la tradizione. Sul palco naturale in mezzo al giardino (classificato il più bello d’Italia) si alternano artisti di levatura internazionale come le sorelline Johanna e Rebecka Wallroth. Il bel canto è un’affaire di famiglia, e sono rispettivamente soprano e mezzo soprano.
Axel era anche un amateur e collezionista di pezzi archeologici, molti rinvenuti sull’isola, ma anche di copie neo-classiche. Il museo Villa San Michele è aperto 364 giorni all’anno. Iniziativa apprezzatissima dal ministro della cultura Sangiuliano che ha appena inaugurato alla Certosa il primo museo archeologico del Mediterraneo, “L’isola dei Cesari da Augusto a Tiberio”. Un incanto quei busti “riaffiorati” dall’oblio dei depositi. E le quattro statue che decoravano il ninfeo dentro la grotta azzurra (praticamente la piscina privata di Tiberio). Duemila anni fa un paradiso abitato dagli imperatori. Oggi se provi ad avvicinarti in quello specchio d’acqua trovi solo un inferno di Caronti.
L'articolo L’estate bella di Capri: dalle statue riemerse dalla Grotta Azzurra al primo museo archeologico del Mediterraneo proviene da Il Fatto Quotidiano.