Come previsto la Commissione Ue ha erogato all’Italia gli undici miliardi di euro della quinta tranche del Pnrr. I soldi serviranno per finanziari l’attuazione di 14 riforme e 22 investimenti, in settori quali il diritto della concorrenza, gli appalti pubblici, la gestione dei rifiuti e dell’acqua, la giustizia, il quadro di revisione della spesa e l’istruzione. L’erogazione fa seguito al via libera alla richiesta della quinta tranche arrivato dalla Commissione Ue il 2 luglio scorso. Nelle precedenti 4 rate l’Italia aveva ricevuto complessivi 67 miliardi.
La presidente del Consiglio certifica l’ovvio quando afferma che l’Italia ” è al primo posto in Ue per importo complessivo ricevuto”. Siamo infatti di gran lunga il paese che ha chiesto più fondi a Bruxelles, quasi 200 miliardi sui 750 complessivamente a disposizione. Denari che andranno peraltro in larga parte restituiti visto che per 122 miliardi si tratta di prestiti, seppur con interessi leggermente più vantaggiosi rispetto a quelli che pagheremmo emettendo obbligazioni. Giorgia Meloni aggiunge che “Siamo stati i primi a richiedere il pagamento della V rata e siamo i primi ad aver richiesto il pagamento della VI rata del Piano”
Il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto spiega che “Nei prossimi mesi, insieme all’attività di assessment propedeutica al pagamento della VI rata, il governo intensificherà il monitoraggio sull’attuazione del Piano (in forte ritardo secondo la Corte dei Conti, ndr) , in costruttiva collaborazione con la Commissione europea e con tutte le Amministrazioni titolari, finalizzato al conseguimento degli obiettivi della VII rata, riservando particolare attenzione alle misure inserite nelle ultime tre rate, all’allineamento della piattaforma ReGiS, all’incremento della spesa e all’avanzamento procedurale e finanziario del Piano”.
“Meloni continua a fare il gioco delle tre carte sul Pnrr. Non siamo i primi purtroppo. Quanto ai traguardi e agli obiettivi raggiunti, dopo il pagamento della V rata, lo stato di attuazione del Piano arriva al 37% del totale del cronoprogramma assunto. È su questa base che va fatta una comparazione con altri Stati. Raccontare ogni volta i numeri assoluti del nostro avanzamento è del tutto fuorviante, considerato che siamo il Paese con il maggior numero di traguardi e obiettivi”, così il capogruppo democratico nella commissione affari europei della Camera, Piero De Luca. .
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