La lettera di Giorgia Meloni indirizzata alla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, nella quale lamenta una “distorsione a uso politico” del report Ue sullo Stato di diritto “per attaccare il governo italiano“, riattizza le polemiche e le critiche da parte delle opposizioni per la gestione del servizio pubblico dell’informazione e per le riforme in materia di Giustizia.
Il Partito Democratico ha affidato il proprio messaggio al capogruppo in Vigilanza, Stefano Graziano, che ha dichiarato: “Se tutta l’Europa e almeno mezza Italia condanna la faziosità della Rai meloniana sarebbe bene che il governo desse ascolto. A furia di andare contromano si va a sbattere. E il guaio in questi casi è che ci rimettano anche gli altri”. A parlare è anche Piero De Luca, capogruppo Dem in Commissione per le Politiche Ue, che giudica invece sgrammaticata da un punto di vista istituzionale la replica della premier a von der Leyn: “Per la premier sono fake news tutti i rilievi rivolti all’esecutivo che non gradisce. Invece di prendere atto di raccomandazioni che, come ogni anno, la Commissione elabora in modo oggettivo e asettico, Meloni preferisce inviare una lettera irrituale alla presidente della Commissione, Ursula Von der Leyen, per lamentare complotti politici inesistenti. Ancora una volta emerge l’incapacità di questo governo di fare i conti con la realtà. Invece di dialogare e collaborare con le istituzioni europee e invece di occuparsi dei problemi dell’Italia, Meloni preferisce continuare ad ingaggiare una penosa e inutile battaglia contro i mulini a vento”. Per Simona Malpezzi “Meloni, come al solito, fa la vittima e cerca nemici inesistenti. Il rapporto sullo Stato di diritto nella Ue è impietoso per il nostro Paese”.
Stessa mossa da parte del Movimento 5 Stelle che con il capogruppo in commissione Vigilanza Dario Carotenuto chiede ora una riforma della governance Rai in linea con l’Ue: “Qualcuno spieghi a Meloni – dice – che c’è un regolamento europeo vincolante per l’Italia che impone al nostro Paese di modificare profondamente la legge sulla governance della Rai. Il M5S ha messo da tempo sul piatto una proposta, gli Stati generali, per fare proprio questo in maniera condivisa. Si assuma dunque l’impegno a partecipare a un tavolo che oltre ai nuovi stringenti vincoli europei guardi al futuro e alla sopravvivenza del servizio pubblico e della più importante azienda culturale del Paese. Tutto il resto sono parole che si porta via il vento triste della sua propaganda“.
Il segretario di +Europa, Riccardo Magi, parla di “vittimismo” di Meloni che “assume tinte comiche e alimenta l’isolamento dell’Italia in Europa a cui questo governo ci ha condotto”. “Siamo nel mondo dell’incredibile – ha commentato invece Angelo Bonelli, leader dei Verdi e membro della Vigilanza Rai – Non era mai successo neanche con Berlusconi che un premier intervenisse contro le critiche europee. Nessuna notizia, nella lettera, sullo scandalo di Gioventù Nazionale, sulle ore di comizi in diretta sulla Rai delle iniziative della Meloni da Atreju“. Al di là del commento, Bonelli invita Meloni a presentarsi davanti alla Commissione di Vigilanza per spiegare la sua lettera. Nei prossimi giorni spetterà alla presidente Barbara Floridia (M5s) dare seguito a questa richiesta.
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