Crescita lenta. Così Confindustria nell’analisi flash di luglio su congiuntura e previsioni, secondo la quale il Pil in Italia cresce poco, con un’industria ancora debole, rallentano i servizi, e non decolla l’export. Nel secondo trimestre 2024, evidenzia viale dell’Astronomia, i servizi hanno frenato pur restando in crescita, l’industria prosegue il calo (nonostante il recupero di maggio) con prospettive “fiacche”. Buoni segnali per i consumi mentre investimenti ed export tengono ma non trascinano. Il timido taglio Bce ancora non si legge nei tassi per famiglie e imprese. L’inflazione ancora alta in Eurozona e Usa rallenta la discesa dei tassi. Sale il prezzo del petrolio.
Sul fronte degli investimenti “Italia va meglio dell’Europa” ma ci sono anche “prospettive incerte” con il rischio di “una frenata” nei prossimi trimestri. I macchinari e i fabbricati non residenziali dovrebbero sostenerli, trainati da Pnrr e piano Transizione 5.0, mentre “continuano a crescere quelli in ricerca e sviluppo ma non come in Francia”. Oltre la metà degli investimenti fissi sono realizzati dalle imprese private (57,9% nel 2023) ed” un’ampia quota” è realizzata dalle famiglie (27,0%), soprattutto in abitazioni. Dal settore pubblico il 15,1%, per lo più in fabbricati non residenziali.
La propensione al risparmio è salita più delle attese a 9,5% nel primo trimestre 2024 (da 6,9%) perché i consumi delle famiglie (+0,3%) sono cresciuti molto meno del reddito reale (+3,3%): il risparmio appare ora “normalizzato” (8,2% la media pre-Covid) e in prospettiva la spesa delle famiglie potrà crescere come o più dei redditi (spinti anche dall’occupazione in crescita), grazie anche a un costo del credito in lento calo e una fiducia delle famiglie risalita a giugno per il secondo mese di fila. L’export italiano di beni è cresciuto in aprile (+2,1% a prezzi costanti), ma calato nei mercati extra-Ue a maggio (-2,3% in valore). Dinamica simile all’export tedesco. Le vendite italiane in Germania sono tornate in espansione, dopo un anno, stabili quelle negli Usa, ancora in calo in Cina. Prospettive negative per l’estate, secondo gli ordini manifatturieri esteri in giugno. Deboli anche le indicazioni qualitative per gli scambi globali.
Prospettive incerte con le imprese che vedono una spesa per investimenti in aumento nella seconda metà del 2024, ma gli ordini nel settore dei beni strumentali si stanno progressivamente riducendo, “segno che la domanda di macchine e apparecchiature è debole, sia dall’interno che dall’estero”. Dunque, avverte il centro studi di Confindustria, “i prossimi trimestri dovrebbero registrare una frenata”. Gli investimenti in abitazioni, nell’analisi del Csc, dopo anni di espansione sostenuta da forti incentivi sono attesi in frenata nel breve termine, forse già a partire dal secondo trimestre appena concluso e ancor più nella seconda metà del 2024. Mentre i fabbricati non residenziali “hanno avuto un contributo di appena +3,8% alla crescita degli ultimi anni, ma ora stanno aumentando in misura marcata (+2,2% nel primo trimestre 2024). Il loro trend positivo dovrebbe proseguire, in prospettiva, anche grazie alla spinta positiva esercitata dalle risorse del Pnrr. Ciò dovrebbe in parte compensare l’attesa caduta di quelli in abitazioni, per cui gli investimenti in costruzioni complessivi dovrebbero mostrare solo una lieve flessione nel corso del 2024″.
L'articolo Confindustria: “Crescita del pil lenta, industria debole e servizi in rallentamento. L’export non decolla” proviene da Il Fatto Quotidiano.