Forse non tutti lo sanno ma almeno il 14% dei 125mila fan attesi allo stadio San Siro di Milano per i due concerti, domani e dopodomani, di Taylor Swift sono americani. Il dato lo fornisce l’organizzatore italiano D’Alessandro & Galli. La Repubblica ha intercettato una fan, Lindsay Hamilton, per capire come mai dagli Usa ci si sposta fino in Italia. La ragione è prettamente economica e di ottimizzazione dei costi. Ho scelto il biglietto che costava circa 200 euro – ha raccontato – inizialmente volevo andare ad Atlanta, ma il biglietto per un posto lontano dal palco valeva circa 2mila dollari. I biglietti, i voli aerei, e gli hotel per l’Italia in totale mi costano lo stesso e in più faccio pure qualche giorno di vacanza insieme a mio marito”.
Per Milano si parla di un indotto economico complessivo di quasi 180 milioni di euro. È questo, secondo l’ufficio studi della Confcommercio di Milano, l’impatto della “Swiftonomics” sulla città. La spesa maggiore sarà per l’alloggio, seguono i servizi di ristorazione, i biglietti per il concerto e il trasporto locale. Ad oggi le strutture alberghiere della città e quelle extra alberghiere registrano un aumento delle prenotazioni rispetto allo stesso weekend dello scorso anno.
La crescita è del 4% per gli alberghi e dell’11.2% per B&B e case vacanza. Anche i turisti in arrivo dagli aeroporti milanesi crescono rispetto allo stesso weekend dello scorso anno. I dati Sea, la società che gestisce gli aeroporti milanesi, dicono che da oggi a lunedì 15 luglio il traffico previsto è in aumento dell’8,7% rispetto allo stesso periodo 2023 con oltre 540mila passeggeri – in arrivo e in partenza – attesi negli aeroporti di Linate e Malpensa.
L'articolo “Con il prezzo del biglietto negli Usa qui ci facciamo anche una vacanza”: l’ondata degli americani a Milano per il concerto di Taylor Swift proviene da Il Fatto Quotidiano.