Sembrava di giocare agli autoscontri al luna park. Ma a forza di farlo troppo, Verstappen e Norris hanno visto la loro gara compromessa nel finale del GP d’Austria. Gara finita per l’inglese, con la anteriore destra e il cerchio distrutti, foratura alla posteriore sinistra per il tre volte iridato, che chiude quinto dopo la penalità di dieci secondi per l’incidente, riuscendo a entrare nei box. Conscio però di aver sbagliato nelle difese eccessive contro l’inglese della McLaren, furioso a fine gara e che a minacciato: “Se Max ammetterà il suo sbaglio continuerà ad avere il mio rispetto, altrimenti no”. La vittoria è della Mercedes di George Russell, davanti alla McLaren di Oscar Piastri e alla Ferrari di Carlos Sainz. Quarta posizione per l’altra Mercedes di Lewis Hamilton. Hanno chiuso la top-10: la prima Haas di Nico Hulkenberg (6°), l’altra Red Bull di uno sconfortante Sergio Pérez (7°), l’altra Haas di Kevin Magnussen (8°), la Racing Bulls di Daniel Ricciardo (9°) e l’Alpine di Pierre Gasly.
Il commento della gara
Saranno pure amici di videogiochi, sarà pur triste non vedere almeno uno dei due ferraristi davanti, ma questa battaglia tra Verstappen e Norris diverte, nella speranza rimanga più a lungo possibile. E ora potrebbero anche volare scintille, diventando una agguerrita rivalità in pista, fatti di nervi e velocità, che forse non si vedeva dal duello tra Hamilton e Rosberg: prima amici e poi rivali nello stesso team, la Mercedes. È servito un errore al pit-stop dei meccanici Red Bull per ridare pathos a una domenica più soporifera rispetto a quelle passate, quando Max di fronte al pubblico di casa del suo team volava verso la vittoria con un ritmo super, soprattutto nel terzo settore. Il tutto dopo una penalità ingiustamente non concessa al team di Milton Keynes in precedenza, per un impeeding in corsa box di Verstappen proprio sulla McLaren dell’amico inglese in fase di pit.
Il finale tra i due è poi stato bellissimo per il pubblico, tra nervi tesi e un’amicizia probabilmente in crisi (o terminata?) dopo quanto successo. Verstappen, si sa, non guarda in faccia nessuno quando c’è da vincere, neanche l’amico Norris, che ora terrà bene a mente il messaggio in futuro. Il prossimo round per vedere un altro duello tra i due sarà domenica prossima a Silverstone. Uno scontro che sa quasi di definitiva resa dei conti, su un circuito favorevole a entrambe le vetture. Ma al di là del torto subito da Verstappen, Norris dovrà imparare a gestire meglio l’adrenalina e a saper prendersi meglio le scelte di gara in fase di sorpasso, consci però che le difese dell’olandese al limite, specie l’ultima che ha portato al contatto tra i due, sono da condannare.
Tra sanzioni e nervi — quel “Max deve lasciarmi passare” urlato da Norris al suo ingegnere di pista — l’ha così spuntata la Mercedes di Russell, che assaporava la vittoria in Canada a inizio giugno e ora può finalmente prendersi il secondo successo in carriera dopo quello in Brasile nel 2022. La dimostrazione che la vettura di Brackley è di nuovo rivitalizzata su tutti i tipi di circuiti, dopo l’arrivo degli aggiornamenti a Imola a Barcellona, superando anche il problema delle gare con alte temperature dell’asfalto, che prima surriscaldavano troppo il posteriore della vettura. Toto Wolff se la ride e si prende la vittoria in casa sua, da vero austriaco quale è. Sul podio è ritornato l’inno inglese, dopo quello suonato a Miami con Norris. E se Russell gode, l’altra vettura di Lewis Hamilton si dimostra più lenta sul ritmo e nel complesso della stagione, aspetto che non fa ben sperare alla Ferrari, che ha deciso di puntare su di lui per la prossima stagione. Il sette volte iridato è quarto al traguardo, distanziato però dalla vetta: dall’ex Williams, dal terzo posto di Sainz e dal secondo di uno scatenato Piastri, super nel sorpasso all’esterno sullo spagnolo nel finale. Bravissimo l’australiano, che scattava settimo.
E la Ferrari invece no, dimostra di essere retrocessa a quarta forza. Il passo non è veloce come Red Bull, McLaren e Mercedes, e ora tra i fan riemergono le classiche preoccupazioni degli ultimi anni. Troppo sofferto il bouncing alle alte velocità, specie nel terzo settore, che rende l’auto troppo nervosa e porta grande fatica nel portare le gomme in temperatura. Proprio quando l’arrivo degli aggiornamenti, a Imola e Barcellona, dovevano dare il colpo di reni definitivo nell’avvicinamento del team di Maranello a Red Bull e McLaren. Leclerc è troppo nervoso e ne ha pagato subito le conseguenze, con un tocco al via con Piastri che lo ha condannato a una gara nelle retrovie e a quattro soste snervanti ai box. Con la decisione poi nel finale di non voler attaccare Norris, dopo aver sbagliato un sorpasso su di lui, per non rovinare la gara all’inglese (finita comunque tragicamente). Sainz ha dimostrato più passo di lui e ha chiuso sul podio, bravo a passare al via Hamilton ma mai capace di mettere le ruote davanti all’altra Mercedes di Russell. Il feeling con la monoposto da parte dei due piloti è venuta meno dal Canada in avanti, per una inevitabile retrocessione di una vettura, quella di Maranello, che era partita come seconda forza in solitaria.
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