Nonostante manchi un mese e mezzo a Natale, le sorprese – quando si parla di Piracy Shield – non finiscono mai. Dall’ultima variazione di bilancio dell’Agcom, che è stata approvata il 23 ottobre 2024, si evince che i costi per la piattaforma antipirateria sono ulteriormente aumentati. In un complesso sistema che, alla fine, ha visto Agcom incrementare alcune spese e tagliarne altre per lo stesso valore di 730.400 euro, la voce che colpisce di più è il sensibile aumento di 256mila euro per servizi cloud infrastrutturali. Com’è noto, Agcom si appoggia ai servizi cloud di Microsoft Azure (in attesa di trasferire il tutto sul cloud nazionale) e l’incremento di 256mila euro ci fa pensare che questi servizi vengano pagati a consumo. A causa di un maggiore utilizzo di Piracy Shield, si è reso necessario probabilmente un incremento dei servizi, cosa che ha fatto lievitare i costi.
LEGGI ANCHE > Danilo Cimino ci spiega perché secondo lui Piracy Shield non può funzionare
Fa sorridere che, per trovare le risorse per il Piracy Shield (che – in realtà – vengono inserite in un progetto più complesso di revisione del bilancio di Agcom), l’autorità vada ad aggredire alcune spese che sembrano indispensabili per il funzionamento delle sue sedi, come quelle collegate ai servizi di pulizia, facchinaggio e traslochi e come quelle collegate ai servizi di sorveglianza, custodia e portierato. Insomma, un aumento (il più corposo tra le spese che sono variate verso l’alto) che – forse – non ci si aspettava e che è stato coperto alla meglio, anche a costo di qualche rinuncia.
I servizi cloud di Microsoft Azure sono utili all’Agcom anche per la gestione del ROC (il registro degli operatori della comunicazione) e per le segnalazioni della piattaforma Conciliaweb. Tuttavia, la relazione alla variazione di bilancio imputa a Piracy Shield l’aumento dei costi dei servizi cloud: «Tale importo – si legge nel documento pubblicato sul sito dell’autorità – è necessario per finanziare i Servizi Azure che offrono la piattaforma di cloud utilizzata a supporto di numerosi servizi dell’Autorità, tra cui il ROC, Conciliaweb e Piracy shield. Nel corso degli ultimi mesi si è manifestato un aumento nell’utilizzo dei servizi Azure, derivante dal crescente e non prevedibile fabbisogno dovuto a garantire il funzionamento in sicurezza della piattaforma del Piracy shield».
Com’è noto, la necessità di aggiornare continuamente le interrogazioni delle segnalazioni che provengono dagli operatori autorizzati per bloccare entro trenta minuti i siti pirata che trasmettono eventi coperti da copyright e il blocco di oltre 32mila indirizzi IP (secondo le ultime dichiarazioni del commissario Agcom Capitanio) hanno portato a consumi maggiori a cui Agcom si è trovata a far fronte. Nonostante ci fosse già in previsione una spesa di quasi 2 milioni e 400mila euro per i servizi cloud connessi all’utilizzo di Piracy Shield (e non solo), un ulteriore incremento del 10,7% circa non era pronosticabile. E invece, dopo soli tre mesi e mezzo di Serie A e trasmissione degli eventi sportivi potenzialmente nel mirino della pirateria online, si è reso necessario.
L'articolo La piattaforma Piracy Shield ci costa sempre di più proviene da Giornalettismo.