Il tema è sempre lo stesso: quando si parla di dati personali dei cittadini, nel nostro Paese si continua ad avere un atteggiamento piuttosto lassista. Un argomento su cui anche la Pubblica Amministrazione e le istituzioni sembrano non voler sviluppare pochissimo dibattito e, soprattutto, una comunicazione (specialmente quando si devono mettere in evidenza i “diritti”) molto poco efficace e continuativa. Tutto ciò crea delle bolle polemiche che durano il tempo di un hashtag sui social network, prima di cadere nel dimenticatoio. E anche questa vicenda sembrava seguire lo stesso spartito, ma ora – grazie al lavoro di pochi – sono in arrivo delle grandi e importanti novità per quel che riguarda il cosiddetto “Fascicolo sanitario elettronico 2.0”.
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Piccolo riassunto delle puntati precedenti. Cos’è il FSE 2.0? Si tratta di uno strumento digitale che permette a ogni cittadino italiano di avere una cartella clinica personale e completa, accessibile online in qualsiasi momento e da qualsiasi dispositivo. Dati sanitari, dunque. Quelli più “preziosi” e che devono godere di una tutela maggiore rispetto agli altri, proprio per la loro delicatezza. Questa soluzione permette un accesso al proprio storico, consultabile – dunque – da tutti i medici, rompendo quel confine – spesso anche tra Regione e Regione – che in molte occasioni portano a un ritardo nelle diagnosi. Ma saranno utilizzati anche per fini non prettamente sanitari. I messaggi-chiave della campagna di comunicazione istituzionale, dunque, erano i seguenti:
Poi c’è un altro aspetto, quello più controverso: il diritto all’opposizione. Ogni singolo cittadino (in realtà non tutti, come vedremo) aveva la possibilità di opporsi “al pregresso”: entro il 30 giugno del 2024, c’era l’opportunità di accedere a una sezione molto nascosta della piattaforma per evitare che fossero raccolti (e inseriti all’interno del fascicolo) i dati sanitari antecedenti al 19 maggio del 2020.
Una controversa modalità opt-out per esercitare il diritto di opporsi al pregresso che ha provocato moltissime polemiche che non sono state affatto infruttuose. Uno tra i primi a sollevare le critiche è stato – attraverso i suoi canali social e il suo blog – l’esperto DPO Christian Bernieri che ha messo in fila tutti i problemi relativi alla versione 2.0 del Fascicolo sanitario elettronico.
Il Dark Pattern di Stato: quando il tuo alleato ti tradisce.
Un pezzo molto serio sul #FSE (Fascicolo Sanitario Elettronico) e una cosa molto importante da fare al più presto.
Dopo il 30 Giugno sarà troppo tardi! https://t.co/3nkKvTUEve pic.twitter.com/8fyGk06pk4
— Christian Bernieri – DPO (@prevenzione) June 3, 2024
Un grido nel deserto di una comunicazione asettica (quella di Stato) che, fortunatamente, è stato ascoltato dal Garante per la Protezione dei Dati Personali. Nel monografico di oggi, approfondiremo i dettagli delle modifiche che a breve diventeranno effettive, soprattutto quelle relative all’estensione dello spazio temporale per poter procedere con il proprio diritto all’opposizione al pregresso e molte altre sfaccettature di una storia per tanti cambiata grazie alla tenacia di pochi.
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