Su Temu e sulla sua trasparenza, come avviene tra l’altro per gran parte delle Big Tech, ci sarebbe molto da lavorare. Fatto sta che, oggi, alcune cose sono note, sia da un punto di vista dei fatturati, sia dal punto di vista della media degli utenti. In effetti, la legislazione europea ha messo dei paletti indiscutibili che, a partire dai volumi delle grandi aziende di Big Tech che operano all’interno dell’Unione, si trascinano dietro delle responsabilità che, se violate, possono arrivare a incidere anche fino a un 6% del fatturato. Per questo motivo, grazie al Digital Services Act, oggi sappiamo quale sia la portata di Temu in Europa.
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Possiamo affermare con sicurezza – e la fonte è la Commissione Europea – che Temu è recentemente entrato a far parte del ristretto numero dei VLOP. Stiamo parlando, cioè, delle cosiddette Very Large Online Platform, quelle che raggiungono una quota media di 45 milioni di utenti al mese. «A seguito della designazione odierna come VLOP – ha specificato la Commissione Europea -, Temu dovrà conformarsi alle norme più rigorose previste dalla legge sui servizi digitali entro quattro mesi dalla sua notifica (ossia entro la fine di settembre 2024), come l’obbligo di valutare debitamente e attenuare eventuali rischi sistemici derivanti dai suoi servizi, compresi l’inserimento nell’elenco e la vendita di merci contraffatte, prodotti non sicuri o illegali e articoli che violano i diritti di proprietà intellettuale».
I volumi di traffico in questione, ovviamente, si vanno ad aggiungere ai dati di natura economica che le valutazioni di borsa vidimate dallo stesso board di Temu hanno diffuso: il valore economico di Temu è di 247,6 miliardi di yuan (31,7 miliardi di euro) con un incremento del 90% in più rispetto al 2022. Difficile, però, quantificare tutto il resto: il numero di transazioni economiche, quello relative alle demografiche dei clienti, i dati di crescita regionale nei singoli Paesi. Il fatto che ci sia comunque una buona risposta dalla Commissione UE per sollecitare il colosso cinese a una maggiore trasparenza è incoraggiante: tra le altre cose, come previsto dal DSA, Temu dovrà dare accesso ai dati disponibili al pubblico ai ricercatori, compresi i quelli abilitati designati dai coordinatori dei servizi digitali.
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