Quando si tenta di evadere da un domanda precisa e puntuale, si tende a tirare in ballo altri fattori per portare acqua al proprio mulino e non rispondere all’interrogazione iniziale. E se a farlo non è solamente un politico, ma la seconda carica dello Stato, la questione diventa molto più delicata. E così è accaduto che il Presidente del Senato della Repubblica Ignazio La Russa, nel corso della conferenza stampa in seguito alla classica “Cerimonia del Ventaglio“, dopo aver commentato l’aggressione subita dal giornalista de La Stampa Andrea Joly a Torino da parte di alcuni militanti di Casapound ed esponendosi sul giornalismo sotto copertura (non avendo ben chiara in mente la legge che permette ai cronisti di infiltrarsi), l’ha “buttata in caciara” su una domanda precisa: è normale che un’agenzia di stampa come Agi possa finire nelle mani di un parlamentare come Antonio Angelucci che è già in possesso di molti altri organi di stampa?
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Questo interrogativo ha trovato una risposta piuttosto evasiva da parte della seconda carica dello Stato che, oltre a sottovalutare l’effetto “berlusconiano” di un uomo di potere politico che controlla – attraverso la sua holding – già tre quotidiani (Libero, il Giornale e il Tempo), tenta di tirare in ballo altri personaggi del mondo dell’editoria che – a differenza del deputato leghista Antonio Angelucci – non hanno un ruolo politico-parlamentare.
Queste, infatti, sono state le parole di Ignazio La Russa in risposta alla domanda sull’Agi ad Angelucci (una trattativa in fieri e che non è ancora andata in porto) durante la “Cerimonia del Ventaglio”.
«Se lei pensa che i giornali di Angelucci abbiano il dominio della stampa allora ha bisogno di rafforzare la sua conoscenza. Non mi pare che Angelucci, qualunque sia la valutazione, condizioni la comunicazione, più di quanto fa il mio amico Cairo».
Urbano Cairo è come Antonio Angelucci? Il primo è un imprenditore-editore, Presidente e amministratore delegato di RCS Mediagroup (Corriere della Sera, Gazzetta dello Sport e molti altri tra quotidiani, settimanali e mensili) e di Cairo Communication (La7). Dunque, ha un grande polo di comunicazione e giornalismo. Tosinvest, la finanziaria del deputato della Lega, ha invece “solamente” Libero quotidiano, il Giornale e il Tempo. In attesa di capire se andrà in porto l’acquisizione di Agi. Dunque, mediaticamente – anche a livello di “tiratura” – Angelucci ha un peso “minore” rispetto a Cairo. Ma è un deputato della Repubblica e questo rende la questione molto più delicata, rendendo le parole di Ignazio La Russa piuttosto pressappochiste.
E, infatti, dopo le dichiarazioni del Presidente del Senato sul possibile passaggio di Agi ad Angelucci, il Comitato di Redazione dell’Agenzia di Stampa ha pubblicato un comunicato in cui si ricorda il ruolo differente (politico e istituzionale) dei due personaggi citati da La Russa:
«Nel massimo rispetto del suo ruolo istituzionale, le ricordiamo che un’agenzia di stampa non è un quotidiano e che in nessun Paese europeo una fonte di informazione primaria è di proprietà di un gruppo imprenditoriale riconducibile ad un parlamentare. Siamo fautori del libero mercato, ma non ne individuiamo nemmeno un briciolo nella nostra vicenda, dove una partecipata di Stato si troverebbe a cedere un suo ramo di azienda ad un gruppo che fa capo ad un parlamentare, oltretutto di maggioranza. Una vicenda su cui la Commissione e il Parlamento Ue stanno vigilando e di cui hanno scritto le più autorevoli testate internazionali».
Un’agenzia di stampa ha un ruolo diverso da un quotidiano che, di fatto, può essere anche “d’opinione”. Esattamente come i tre che sono nelle mani di Angelucci. L’agenzia di stampa raccoglie e pubblica notizie e con al vertice un parlamentare, verrebbe meno il principio di trasparenza informativa.
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