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Van-Alps Tour 2022

Dopo due anni tra Liguria e Valtellina, complice Ceci molto piccola e una situazione Covid non del tutto chiara, ecco che quest’anno ci sentiamo pronti ad affrontare un viaggio con il pullmino tutti insieme! In più non siamo soli, con noi ci sono Carola e Alessandro e il mitico Tito, amici milanesi che con la […]

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Dopo due anni tra Liguria e Valtellina, complice Ceci molto piccola e una situazione Covid non del tutto chiara, ecco che quest’anno ci sentiamo pronti ad affrontare un viaggio con il pullmino tutti insieme!

In più non siamo soli, con noi ci sono Carola e Alessandro e il mitico Tito, amici milanesi che con la loro Maggiolina sulla macchina sperimenteranno la vita da campeggio.

I presupposti per una bella vacanza ci sono, per tutti è la prima esperienza in campeggio con figli, possiamo immaginare che non sarà certo la vacanza relax, ma non è nemmeno quello che cerchiamo, anzi!

L’obiettivo è quello di fare quattro tappe lungo l’arco alpino, variare un po’ tra escursioni a piedi, giretti in bicicletta e giornate di cazzeggio mirate in campeggio.

L’organizzazione dei viaggi è una cosa che mi è sempre piaciuto fare, stavolta la sfida era trovare i campeggi (ebbene si, abbiamo dovuto prenotare tutto in anticipo perchè già a fine marzo alcuni campeggi erano sold out per le due centrali di Agosto) in posti tattici che ci aprivano a più possibilità e offrissero nella zona più cose da fare.

Il tutto limitando gli spostamenti tra una tappa e l’altra a non più di 3-4 ore di tragitto, sia per non buttare via la giornata, sia per non sfinire i piccoli nel seggiolino!

Dopo mille cambi di idee e alla ricerca dell’incastro perfetto arriviamo finalmente a una conclusione. Prima tappa in alta montagna al camping Morteratsch in Engadina ai piedi del massiccio del Bernina, un campeggio che era da parecchi anni che avevo messo nel mirino. Da qui ci sposteremo in Austria nella valle dell’Otztal nel paesino di Umhausen per poi spostarci sempre in Austria, ma in Carinzia, sulle sponde del lago Weissensee. L’ultima tappa è forse quella più insolita, andremo in Slovenia sul fiume Isonzo, vicino al paese di Bovec nel parco nazionale del Triglav e da qui torneremo poi a casa.

Engadina / Morteratsch

Pronti, partenza, no aspetta, vanno stretti i bulloni della Maggiolina, tira fuori la cassetta degli attrezzi, okay, bene, ora possiamo partire!

Strada libera fino all’imbocco della Val Chiavenna dove ci fermiamo per pranzare sulle rive del Lago di Mezzola, tempo zero che Ceci si toglie i vestiti ed entra in acqua. Okay, facciamo tutti il bagno, ci sta!

Al campeggio la temperatura è frizzante, piazzola scoscesa che ci costringe a fare qualche numero per piazzare l’accampamento, ma niente di impossibile.

Stiamo qui quattro notti e pianifichiamo per il primo vero giorno di vacanza una camminata verso il ghiacciaio del Morteratsch. Fa abbastanza impressione verificare sia con i cartelli che con la mia personale memoria quanto la lingua di ghiaccio si sia ritirata negli anni. Resta sempre un posto magnifico, ma porca troia!

Replichiamo il giorno successivo con Ale che fa un paio di volte avanti e indietro per raggiungere in auto la cima del Passo Bernina, da qui prendiamo il sentiero che costeggia i binari del trenino rosso e dopo aver superato i laghetti artificiali si inerpica brevemente verso Sassal Mason, un vecchio rifugio abbandonato molto caratteristico per la strana forma degli edifici. Pranziamo davanti alla cascata con un panorama stupendo sull’intera Val Poschiavo e la Valtellina in lontananza mentre Ceci e Tito si divertono nel prato a caccia di fiori e altre cose frutto della loro incredibile fantasia!

Per l’ultimo giorno in Engadina noi Pirotta’s optiamo per un giro in bici, la famiglia Tonelli invece si sposterà in auto e si muoverà a piedi, appuntamento in fondo alla magnifica Val Roseg.

Il sentiero è abbastanza affollato essendo una delle mete tipiche della zona, ci sono pure le carrozze trainate dai cavalli per i fancazzisti che non vogliono camminare, è una valle stupenda che dopo aver attraversato il bosco si apre sui pascoli e il ghiacciaio. Affollata, vero, ma niente male davvero!

Oztal / Umhausen

Oggi ci trasferiamo in Austria, tragitto un po’ lungo e soprattutto primo smontaggio dell’accampamento che richiede sempre un po’ più di tempo. Pur velocizzando e facendo una tappa parco giochi partiamo per le 10:30 con l’obiettivo di raggiungere la nostra prossima meta nel primo pomeriggio.

La pausa pranzo si allunga più del previsto perchè non riusciamo a trovare un parco dove goderci un po’ il momento, finiamo per prendere al volo dei panini e proseguiamo fino a destinazione in un trasferimento più lungo del previsto.

Il campeggio si trova nel tranquillo paese di Umhausen, piccolino, lontano dalla strada, non siamo ancora nella parte alta della valle e forse è meno affollato per quello.

Dopo una cena fuori chiusa in quasi tragedia per una torta che non era di gradimento a Ceci chiudiamo la giornata andando a letto sperando in trasferimenti migliori la prossima volta!

Come prima gita optiamo per andare a vedere la cascata Stuibenfall partendo direttamente dal campeggio. Bisogna solo fare qualche chilometro nel bosco per poi cominciare a sentire lo scroscio dell’acqua, 159 metri di salto e una passerella di ferro per risalire il corso d’acqua.

Abbandoniamo donne e bambini su delle panchine di fronte alla cascate e con Ale saliamo verso la passerella, io a meno di metà giro i tacchi, traballa troppo per i miei gusti e comincio ad avere le vertigini come non mi capitava da tempo, mentre Ale sale fino al viewpoint successivo!

Sulla via del ritorno ci fermiamo a un parco giochi, noi mangiamo mentre Tito e Ceci prendono possesso del castello di legno che magicamente diventa una pizzeria in cui si parla solo inglese.

Il giorno successivo prendiamo l’autobus per Niederthai e da qui ci incamminiamo in una stupenda valle fino alla baita Larstigalm. Una camminata facilissima e adatta a tutti, poca gente, lamponi in ogni dove e spatzle e uova per pranzo più la possibilità di spazzolare le caprette e godersi scivolo e altalena. Abbiamo per caso bisogno di qualcos’altro? Non credo, a volte la semplicità ha il suo perchè!

Per l’ultimo giorno decidiamo di variare un po’ e risalire in auto la valle fino al paese di Obergurgl e partire da qui per un ultimo giro in alta montagna. Rispetto ai giorni precedenti siamo più in alto e lo si intuisce subito per il paesaggio circostante. Niente di che la prima parte di camminata che risale le piste passando sotto varie ovovie e seggiovie. La parte finale invece diventa tutta un’altra cosa, il laghetto con la sorpresa di alcuni fenicotteri gonfiabili e questo Schonwieshutte che mischia moderno e classico che personalmente mi piace molto.

In serata grande party nella tenda tra libri e costruzioni con il Duplo, domani secondo trasferimento, si va in Carinzia!

Carinzia / Weiseensee

Ci aspettano tre notti in riva a uno dei laghetti alpini più belli che abbia mai visto! Siamo a 800 metri di altezza, fa caldo e dopo aver montato l’accampamento infiliamo il costume e ci buttiamo subito nelle calde acque del Weiseensee. Ebbene si, calde, perchè per qualche strano motivo questo laghetto è sempre stato particolarmente mite come temperatura, anche prima dell’innalzamento delle temperature.

Dopo aver strapazzato un po’ i piccoli marmocchi nelle precedenti tappe decidiamo di goderci i due giorni al lago senza fare particolari programmi a parte organizzare un pranzetto di un certo livello per ferragosto.

Con Ale decidiamo di prenderci un paio d’ore per farci un giro in bici e costeggiare il lago per salire in cima all’Alm Hinterm Brunn lungo la sterrata a picco sul lago. Non ci sono paesaggi di alta montagna, sono praticamente colline ricoperte dal bosco, ma c’è quel qualcosa di speciale nell’ammirare il panorama dall’alto, sarà il colore del lago, non lo so, ma questo posto mi ha proprio trasmesso tranquillità e credo che prima o poi ci torneremo.

Dopo una bella radler in cima ci buttiamo in discesa verso il campeggio, è ora di mangiare e svaccarci all’ombra per il pisolo di Ceci, avevamo detto due giorni di relax e due giorni di relax sono!

Triglav / bovec

L’ultima tappa ci porta in Slovenia, proprio vicino al confine con l’Italia, infatti durante il trasferimento passiamo da Tarvisio e ci fermiamo per un pic-nic sulle rive del Lago del Predil che con la siccità è praticamente in secca. Superato il confine siamo al cospetto del monte Mangart, uno dei miei pallini ciclistici che prima o poi dovrò tornare a fare!

La nostra meta è un campeggio nel paese di Bovec, nel punto in cui il fiume Koritnica si butta nell’Isonzo, anche detto Soca in sloveno! Il posto ci piace parecchio, ci sono diverse famiglie e moltissimi kayakers che affrontano le famose rapide dell’Isonzo.

Siamo nel parco nazionale del Triglav, dal campeggio passa il Soca Trail che risale tutto il fiume, noi ne percorriamo un tratto fino a un ponte sospeso sopra una bellissima spiaggetta, il posto ideale per piazzare gli asciugamani e lasciare Ceci e Tito liberi di esplorare il fiume in sicurezza.

Non abbiamo ancora capito come abbiano fatto a stare con i piedi nell’acqua gelida per così tanto tempo, ma pare si siano divertiti un mondo a cercare di costruire una specie di diga con i sassi più piccoli che potevano trovare. Ovviamente missione fallita, ma poco importa!

Sulla via del ritorno un temporale ci costringe a ripararci sotto il tetto di di alcune case, sembra passato, usciamo a mangiare in centro a Bovec in bicicletta, c’è pure un concerto dal vivo di una super band di Lubiana, come farselo scappare!

Il tempo vola, comincia a piovere e torniamo in fretta e furia all’accampamento, il problema è che non smetterà più con previsioni di brutto tempo anche per il giorno successivo. Un po’ controvoglia, ma seguendo il buon senso, optiamo per smontare l’accampamento e rientrare un giorno prima, facendo una doppia tappa a Cividale del Friuli per pranzo e Padova per cena in modo da rendere interessante il rientro verso casa!

Questo viaggio forse non sembrerà nulla di eccezionale, ma per mille motivi secondo me è stato fantastico, la vita in campeggio (pur con qualche agio in più rispetto alla tenda), la condivisione con Carola, Ale e Tito, la montagna, laghi, fiumi, sempre in qualche modo a contatto con la natura. Soprattutto spero che esperienze del genere possano rimanere ed essere in qualche modo passate ai nostri figli come io le ho prese e poi fatte miei dai miei genitori!

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