Cosa fai nel weekend di Pasqua se Maddi ti abbandona per andare a Cuba con due colleghe per ben due settimane?
Le opzioni erano diverse, tra le altre le più quotate erano:
Inutile dire che la scelta per il weekend di Pasqua è ricaduta sulla terza opzione!
Dopo che i miei sono entrambi andati in pensione hanno pensato bene di comprarsi un Possl Campster, il sogno di una vita che finalmente diventa realtà. Un pullmino camperizzato con tetto alzabile, cucina, frigorifero, letto e qualche armadietto. Insomma, una figata!
Il punto è che il mezzo è arrivato a Febbraio e loro non l’avevano ancora utilizzato se non come auto normale, per cui ho deciso di prenderlo in prestito, puntare il navigatore verso le Dolomiti e piazzarmi tre giorni al Camping Sass Dlacia in Alta Val Badia per quello che ho rinominato il mio personalissimo Dolomiti Training Camp!
Era la prima esperienza di più giorni completamente da solo, la prima volta con il furgoncino e la prima volta in questa stagione, in questi posti, in bicicletta.
Ho avuto la fortuna di trovare tre giorni di sole pieno con 20°C in cima ai passi dolomitici credo, salite in quasi tutte in maniche corte, neve ai bordi della strada, paesaggi stupendi che solo queste montagne riescono a regalare.
Il primo giorno, dopo la mattinata passata a guidare, decido di mangiare qualcosa veloce e prendere subito la bici salendo dal campeggio (che si trova a metà della salita) fino in cima al Passo Valparola.
Dalla cima si raggiunge in qualche centinaia di metri il Passo Falzarego, la tentazione di scendere verso Cortina e fare il Giau è altissima, ma non voglio strafare per cui scendo dall’altra parte verso Arabba.
Scelta sbagliata? Forse si, in ogni caso non mi faccio troppe pippe mentali e una volta in paese imbocco subito il Campolongo. Da questo lato non è il massimo, ma appena si svalica e ti si apre il panorama su Corvara, eh ragazzi che spettacolo!
Il paese è deserto, negozi chiusi, alberghi vuoti, non sembra nemmeno di essere nello stesso posto visto qualche anno fa durante il nostro Tour dles Dolomites.
Da qui scendo un pezzetto di fondovalle e poi svolto a destra per tornare verso il campeggio, fermandomi appena prima per gustarmi una bella radler!
Per il secondo giorno ho in programma il piatto forte del weekend, diciamo il giro per cui sono venuto fino a qui!
La notte non l’ho passata esattamente bene, un freddo porco nonostante il sacco a pelo invernale. Si vede che rispetto alla tenda lo spazio all’interno del van è di più ed essendo da solo scaldarlo è più difficile.
Insomma ho steccato per buona parte della notte, sono un po’ rincoglionito, ma una po’ di acqua gelata in faccia mi sveglia fuori per bene.
Si parte in discesa e l’aria è fredda, il sole esce a sprazzi che c’è ancora qualche nuvola e tutto il Passo Gardena lo faccio con i gambali, questa salita è strepitosa! Appena arrivi in cima ti trovi davanti il maestoso profilo del Sassolungo che poi per tutta la discesa e il Passo Sella ti fa compagnia.
Gli stop fotografici sono frequenti, non ho per niente voglia di strafare oggi, me la voglio godere, comunque sono un po’ imballato e qualche pausa non fa male.
Arrivato ai 2244 metri del Passo Sella mi fermo al bar per bere qualcosa, non siamo in pochi ad essere arrivati in cima in bicicletta, è figo perchè di macchine ce ne sono davvero poche e le strade sono praticamente tutte per noi.
Un po’ di discesa con stop obbligato per la classica foto del tornante e poi si sale ancora verso il Pordoi, terza salita di giornata e terza meraviglia!
In cima decido di mangiarmi il panino che ho nella borsa, il paesaggio è incredibile, neve dappertutto, molta di più rispetto a due anni fa quando siamo passati di qui in macchina dopo i trekking sull’Alpe di Siusi.
Discesona verso Arabba e qui invece di chiudere il classico Sellaronda con il Campolongo tiro dritto verso Livinallongo, voglio chiudere l’anello con il quarto duemila di giornata, mi tocca il Falzarego/Valparola.
Salita diversa rispetto alle altre, molto più bosco e meno roccia, anche meno neve, forse per la sua esposizione a sud, ma comunque una bella salita regolare fino all’ultimo chilometro dove decide di incazzarsi un po’ di più.
In vetta la neve c’è e sono praticamente da solo in un silenzio davvero particolare, dai mi faccio un autoscatto da cretino, non lo facevo da un tanto!
Ultimi chilometri di discesa poi radler con strudel e mi godo l’Amstel in streaming con quel fenomeno di Van der Poel che mi saltare dalla sedie per quello che ha fatto.
Ultimo giorno di questo training camp improvvisato e non so bene cosa fare! Avevo inizialmente pensato al Passo delle Erbe, poi al Giau, ma per questioni logistiche avrei perso più tempo poi nel tornare e non avevo sbattimento di fare troppo tempo in mezzo al traffico.
Opto quindi per una cronoscalata del versante del Pordoi che ho sempre fatto solo e soltanto in discesa!
Sbaracco l’accampamento e parcheggio ad Arabba, tiro giù la bici e parto con l’obiettivo di arrivare in cima senza fermarmi. Abbiamo detto cronoscolata? E cronoscalata sia.