In Borsa non è piaciuto il programma per il triennio 2022-2025 Previsto un utile di 800 milioni, ma chiuderanno 600 sportelli
«Noi oggi sappiamo cosa fare, comunque vada sarà un successo. Abbiamo obiettivi ambiziosi ma sappiamo che sono alla nostra portata». Così ieri l’amministratore delegato di Bper Banca Piero Luigi Montani, alla presentazione del Piano Industriale 2022-2025 dell’istituto di credito, approvato dal Cda.
Non l’ha pensata forse allo stesso modo la Borsa, che dopo aver fatto salire del 22% il titolo nell’ultimo mese l’ha punito ieri alla chiusura delle contrattazioni con un pesante -12.9%. I dati principali del Piano prevedono un utile netto di 800 milioni a fine 2025 e una percentuale di utile destinata a cedola del 50% alla stessa data. Prevista poi nel corso del quadriennio la distribuzione di dividendi per almeno un miliardo di euro, la chiusura di circa 600 sportelli (già attuata fino a maggio in 140 casi, nei restanti 420 da qui al 2024), con l’uscita per normale turnover o incentivata di 3300 dipendenti e l’assunzione di 1450. Il ridimensionamento del numero delle filiali sarà reso possibile dalla progressiva digitalizzazione dell’offerta e dallo sviluppo e dal rafforzamento di canali distributivi specializzati.
«Non abbiamo alle viste altre acquisizioni e fusioni – ha spiegato agli analisti finanziari Montani – dobbiamo integrare Carige e portare avanti gli obiettivi del Piano (i rumors parlano di Monte dei Paschi e Popolare di Sondrio, ndr). Tenete conto che dal 2017 abbiamo raddoppiato sportelli e dipendenti». Oggi Bper Banca ha infatti 2124 sportelli in Italia, oltre 5 milioni di clienti e quasi 22mila dipendenti, con una raccolta indiretta di 184 miliardi di euro. In pochi anni ha incorporato Carife, Unipol, aggiunto nel suo carnet 620 filiali ex Ubi Banca in Lombardia e altre di Banca Intesa. E poi Carige. Bper Banca sarà dunque sempre più digitale e omnicanale, cederà alcune attività non strategiche (come la piattaforma interna di recupero delle sofferenze, con il trasferimento di un portafoglio di 2.5 miliardi di crediti deteriorati, o la società di noleggio a lungo termine) mentre verrà valorizzato nel 2023 come veicolo d’eccellenza il brand Banca Cesare Ponti e si punta a rafforzare il private banking e il comparto Bancassurance. Montani, ad da un anno, ha ribadito ieri che gli sportelli che chiuderanno saranno quelli più vicini tra loro («ce n’è uno che è a 200 metri dall’altro…li accorperemo») o quelli a più scarsa redditività. Nel 2025 Bper avrà 1500 sportelli, il 29% in meno di oggi. 48 quelli marchiati Carige (soprattutto in Liguria e Sardegna) già ceduti al Banco Desio per motivi di antitrust, ma degli altri non ha indicato l’ubicazione geografica.
«Non vogliamo abbandonare via San Carlo a Modena – ha continuato – ma abbiamo concentrato nella sede di via Galilei oltre mille colleghi, rinnovandola. Lo stesso faremo entro luglio nella zona di Porta Nuova a Milano, accorpando le quattro sedi. Bper Banca è affidabile, solida, improntata alla crescita e al cambiamento. Non vogliamo più essere tradizionali e filiale-centrici ma più leggeri, a trazione digitale». In base alle otto direttrici fondamentali definite dal Piano Industriale 2022-2025 Bper Banca va ora ad una riorganizzazione interna per migliorare produttività ed efficienza, con un potenziamento degli organigrammi, la riduzione delle Divisioni, e ha già stanziato fondi per contribuire all’esodo incentivato di 800 persone (240 ex Carige). Sulla fusione con la Cassa di Risparmio di Genova, che comporterà sinergie a regime per 150 milioni, Montani ha detto che «l’occasione ci è capitata a dicembre e l’operazione l’abbiamo definita in poco tempo anche grazie ad un poco di fortuna: la concluderemo entro novembre 2022 e per noi vale 382 sportelli, 800 mila clienti e 3300 dipendenti. Le attività di Bper sono per il 60% nelle zone più ricche del paese». Per ciò che riguarda gli investimenti in tecnologia (500 milioni) il Piano Industriale prevede che siano nel 2025 due volte e mezzo quelli del 2021. Si punta molto infine sugli obiettivi dell’Agenda 2030, gli ESG: + 20% i contenuti formativi, + 30% le donne nel management (oggi nel Cda sono già il 47%), postazioni per il lavoro smart, coworking, sostenibilità ambientale: oggi Bper Banca ha 12 impianti fotovoltaici attivi, quello di Modena copre ad esempio il 30% dei fabbisogni della sede di via Galilei, e si punta nel 2025 a diminuire del 23% le emissioni di Co2. E poi l’attenzione al sociale, ai giovani e al territorio. In un contesto attuale, nazionale ed internazionale, che è molto volatile, con inflazione e tassi in aumento, la guerra in Ucraina e un Pil che cresce meno delle stime di qualche tempo fa i numeri del Piano Industriale di Bper Banca non sono come detto piaciuti ai mercati azionari, dove peraltro le cose sono andate male per molti titoli, quelli bancari soprattutto. A fine giornata le azioni dell’istituto di credito sono infatti crollate dell’12.9% (ma sono arrivate anche -14%) passando da 1.95 a 1.70.l
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