MIRANDOLA La Guardia di finanza di Bologna ha eseguito, tra le province di Bologna e Modena, un decreto di confisca definitiva di «un patrimonio immobiliare e finanziario del valore di oltre un milione di euro riconducibile a un imprenditore edile di 67 anni di origini campane, residente nel modenese». È questa la parola fine ad una vicenda che dura ormai da diversi anni e che va ad identificare nello specifico una serie di reati commessi proprio sul nostro territorio.
In particolare, dettagliano le Fiamme gialle, la Corte di Cassazione «ha definitivamente stabilito il passaggio al patrimonio dello Stato di 11 immobili tra Mirandola, Finale e San Felice e Crevalcore, tre partecipazioni societarie e 10 rapporti bancari, tutti riconducibili all'imprenditore, soggetto “fiscalmente pericoloso” per aver commesso, in maniera sistematica, reati in ambito economico-finanziario, oltre ad essere vicino a clan camorristici e a cosche di ’ndrangheta». Si tratta di Giuseppe D’Onghia che, insieme a Maria Wrobleska, Mario, Veronica e Cristian D’Onghia avevano fatto ricorso in Cassazione proprio contro i sequestri. Le indagini erano state delegate dalla procura di Modena al Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Bologna, che come si legge «hanno evidenziato la marcata sproporzione tra i redditi formalmente riconducibili all’indagato e alla sua famiglia e il patrimonio immobiliare nella sua effettiva disponibilità».
Il Tribunale di Modena aveva già accolto, nel 2017, la proposta di un sequestro preventivo dei beni e disposto, tre anni più tardi nel 2020, la confisca di primo grado, e oggi è arrivata la confisca definitiva, a seguito della pronuncia della Cassazione del 25 febbraio.
Nel dettaglio, le indagini che sono state condotte «hanno fatto emergere come, attraverso la costituzione di società riconducibili, anche per interposte persone, all’indagato», quest’ultimo «abbia tentato di evitare ablazioni patrimoniali che sarebbero scattate per effetto del Codice antimafia».
Ora i beni saranno gestiti, come vuole la prassi, dall’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati.l
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