Weekend internazionale con i vignaioli che esaltano le prerogative delle loro terre «C’è un’altissima qualità grazie alla cura dei dettagli»
SPILAMBERTO Vino, cultura e tradizione, I “Vignaiolicontrari” sono tornati in piazza per presentare e far assaggiare i loro prodotti. Nel weekend è andata infatti in scena, nelle meravigliose sale della rocca Rangoni, la settima edizione dell’omonima iniziativa vinicola.
Una vera e propria festa del vino, con 52 vignaioli produttori di vini ricavati solo da vigne autoctone del loro territorio, provenienti da tutta Italia e, per la prima volta, anche da altri paesi europei: Slovenia, Francia e Portogallo. Un gruppo di piccole realtà artigiane quindi che cercano di valorizzare al meglio il prodotto delle vigne tipiche, preservando la tradizione del terroir a cui appartengono, attraverso una coltivazione sostenibile, biologica e biodinamica dei terreni.
«Abbiamo dato il via a questa iniziativa ormai sette anni fa – racconta Mirco Bellucci, sommelier ed organizzatore dell’evento con Marcello Tebaldi e Simone Balestri – La missione di fondo è quella di creare un qualcosa di unico nel suo genere, differente da ogni altra fiera del vino. Abbiamo infatti deciso di abbracciare completamente i valori ideologici dei tanti imprenditori italiani del settore che, valorizzando ogni giorno la loro tradizione e prestando una grandissima attenzione alla salute della terra e delle persone che degustano i loro prodotti, danno vita a vini di altissima qualità. Ognuno è stato infatti attentamente selezionato, definendo così una cerchia ristretta di produttori d’eccellenza. Dietro questi vini meravigliosi ci sono persone, famiglie e tradizioni popolari che, senza manifestazioni di questo genere, rischierebbero di svanire nel nulla. Siamo pronti a difendere il nostro patrimonio naturale e culturale un sorso alla volta».
Presente all’inaugurazione vi era anche il sindaco Umberto Costantini. «Per chiunque lavora la terra le porte del nostro paese saranno sempre aperte. La nostra volontà è infatti sempre stata quella di rendere Spilamberto un crocevia di tradizioni e culture e ritengo che la manifestazione di oggi sia perfettamente in linea con questo nostro progetto. Recentemente abbiamo anche ricevuto un importante finanziamento agroalimentare e questo non fa altro che rinsaldare il millenario legame tra il paese e la terra, tra Spilamberto e la tradizione contadina».
Con il sindaco c’era anche Alessio Mammi, assessore regionale all’Agricoltura. «Cibo e vino sono per l’Emilia Romagna fondamentali per definire la nostra cultura. La nostra terra è da sempre estremamente legata alle sue tradizioni di stampo prettamente contadino e negli anni siamo riusciti a trasformare questi prodotti in un qualcosa di davvero unico. Il vino emiliano romagnolo, per esempio, frutta circa 500 milioni di euro all’anno, contribuendo a circa un incasso annuo di 7 miliardi di euro, ottenuti attraverso l’export».
A contribuire alla manifestazione anche i rappresentanti della Condotta Slow Food “Vignola e valle del Panaro”, guidati dal fiduciario GianPaolo Savo. «Giornate come questa rappresentano il reale motivo per cui ogni giorno cerchiamo di aiutare i prodotti della nostra terra. Qui si va oltre la banalità dilagante dei prodotti sul mercato, si informa invece la gente su cosa vuol dire fare cultura attraverso il cibo ed a rendere moderno un prodotto, il vino, che è sulle nostre tavole da sempre».
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