MODENA. Via Gottardi: una tranquilla strada dietro il campus universitario. Zona San Lazzaro, poche strade, villette, verde e il grande terminal dei bus con tantissimi parcheggi, il tutto in un quadrilatero fuori dal traffico di via Emilia Est, via Campi e via Vignolese. La vita serena degli abitanti è però cambiata da almeno due settimane. Una presenza è venuta a turbarla.
Racconta Luca, coordinatore del gruppo di controllo del vicinato che insieme a tanti altri analoghi in città (solo più di 90), scambia col Comune le informazioni locali per la sicurezza del quartiere: «Riceviamo sempre più spesso messaggi di residenti che chiedono come sia possibile che dei camper di nomadi restino fermi tanti giorni in questa zona. Si tratta di una sosta abusiva; sicuramente non regolata, come nelle microaree».
Vicino al terminal dei bus, infatti si trova il grande parcheggio che arriva fino all’istituto universitario di Medicina Rigenerativa. Centinaia di posti auto, alcuni occupati da camper. Ne abbiamo contati sette. Quattro sono di modenesi che occupano gli spazi pubblici. Tre sono di famiglie di nomadi. Sono sinti: parlano italiano. Parcheggiano vicini. Famiglie con bambini piccoli.
«Di per sé – spiega Luca – non è mai successo niente tra loro e i residenti. Tranne un episodio: dei ragazzi hanno tentato di forzare delle auto di alcuni operai che lavorano nei paraggi. Ma gli operai se ne sono accorti e li hanno cacciati. Finora non abbiamo avuto nessuna notizia di fatti illeciti avvenuti durante la loro presenza. Non è questo che viene contestato. È la loro permanenza abusiva su quei parcheggi. Qui in via Gottardi rischia di replicarsi il problema che c’era già stato in altre zone di Modena». Un problema di sicurezza e un problema igienico, visto quanto resta giorno per giorno a terra e accanto alle auto.
Riferimento, anche se non esplicito, che va al parcheggio di via Emilia Ovest di fronte all’ingresso del Parco Ferrari. Lì alcune famiglie nomadi sono rimaste stanziali sui camper per molto tempo. Alcune per anni. Nessuno diceva niente e quindi si sentivano liberi di usare l’acqua pubblica, gettare i rifiuti ovunque e litigare coi passanti e altri automobilisti come se fossero su una loro proprietà privata. Ma non lo era: stavano in uno spazio pubblico, oltretutto in una precarietà igienica e di spazi e in modo non consentito come si riesce a vivere in un parcheggio.
Per questo di fronte alle ultime proteste e ad alcuni recenti casi, la polizia locale li ha allontanati solo pochi giorni fa. In via Gottardi dicono che non sono gli stessi: non c’è stato uno spostamento dal Parco Ferrari al terminal bus del Campus. Sono altre famiglie, ma il comportamento è sempre quello: intimorisce.
«Abbiamo segnalato la loro presenza più volte e qualche controllo c’è stato – spiega Luca – resta il fatto che la loro presenza stanziale in quel parcheggio non è consentita. E da quando loro restano lì molti residenti si sentono insicuri. Chiediamo che il Comune intervenga».
Nel primo trimestre del 2022 i gruppi di CdV (controllo del vicinato) in città sono arrivati a 91 con la nascita ufficiale del gruppo di via Rondelli, in zona villaggio Giardino; altri due gruppi sono si stanno formalmente costituendo nel Quartiere 3. Da marzo 2020 se ne erano costituiti in via Bianchi Ferrari, via Schio, Modena est n. 8 (via Caduti sul Lavoro) e viale Storchi. E l’anno seguente ne sono nati altri tre: San Donnino, via Pelloni e quello degli esercenti di Modenamoremio. Proprio per segnalare ed evitare episodi come questi.
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