«Per colpa dell’acqua in un avvallamento è uscito di strada con l’auto Serve più manutenzione dell’asfalto perché non succeda di nuovo»
MODENA «Mio figlio quel giorno si è salvato per miracolo. Non è la classifica frase fatta, così mi hanno detto i vigili del fuoco quando l’hanno trovato fuori dalla sua auto completamente distrutta».
Marco Baraldi ritorna con queste parole all’8 dicembre di due anni fa dopo aver letto nell’edizione di ieri della Gazzetta la disastrosa situazione del manto stradale dopo la pioggia di venerdì, con buche, ragnatele e aquaplaning.
Anche allora era una giornata piovosa quando, più o meno alle due del pomeriggio, il figlio allora 20enne si è schiantato lungo la tangenziale di Modena. Un incidente terribile, che solo per fortuna non ha causato gravi lesioni al giovane conducente.
«Stava transitando nel tratto tra l’uscita Torrazzi e via Vignolese, in direzione proprio della Vignolese, quando all’uscita del sottopasso è letteralmente volato a causa dell’acqua che si era depositata in un avvallamento della strada – sono ancora le parole di papà Baraldi che aggiunge – Anche secondo i testimoni, erano addirittura due, viaggiava a una velocità moderata: tra i 50 e i 60 chilometri orari. A questo aggiungo che l’auto era in condizione perfette, quindi nessun problema meccanico e gomme nuove. A causare quello schianto, come riportato nel loro verbale dalla polizia locale, è stato proprio quell’aquaplaning. A proposito: stava andando all’allenamento di atletica, non certo era al rientro da un after in discoteca... Per questo mi arrabbio e torno sempre a quel giorno quando vedo le buche o comunque una scarsa manutenzione sulla nostra tangenziale. È pericoloso, molto pericoloso e io ne so qualcosa. Mio figlio, quell’8 dicembre di due anni fa, ha rischiato davvero tanto. Per fortuna non si è fatto niente, ma le conseguenze potevano essere decisamente più serie. L’auto, una Bmw Z4, è andata completamente distrutta, praticamente da buttare. L’avevo comprata, usata, qualche mese prima, ma l’aspetto economico è quello che meno mi interessa. L’importante è che mio figlio sia uscito dal mezzo solamente con qualche botta, l’importante è che non accadano più incidenti del genere per colpa dell’asfalto poco curato e del conseguente aquaplaning».
Baraldi continua nel suo racconto ricordando quel periodo: «Nei giorni successivi, sentendo anche quanto raccontavano i testimoni, non riuscivo proprio a capacitarmi di quanto era accaduto. Per questo ho scattato foto, studiato i documenti e dato via a un’azione legale contro il Comune che, ai tempi, aveva in gestione quel tratto di tangenziale. Ora invece è di competenza dell’Anas. Il tribunale di Modena, però, non ha dato l’ok per una perizia preventiva chiudendo così il caso e condannato me a pagare le spese legali dell’Amministrazione. E qui, devo dire, che mi sono arrabbiato nuovamente. Perché non è stato possibile dimostrare con una perizia cosa fosse successo su quel tratto di tangenziale».
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