Avevano hashish, cocaina e 6740 euro. «Siamo in Italia da dieci giorni». Tutti espulsi dal questore
CARPI. Avevano fatto di un locale preso in affitto un crocevia di spaccio di strada, frammentato e pericoloso. Ma il traffico è stato stroncato da una brillante operazione degli agenti del Commissariato di Carpi, partita da un colpo d’occhio. Quello degli uomini della Volante che venerdì verso le 17 si sono trovati a passare in via Villa Glori, dove hanno notato in strada con passo furtivo un uomo già conosciuto per episodi di spaccio. Alla vista degli agenti ha affrettato la camminata raggiungendo una struttura ricettiva, dove è entrato di corsa.
I poliziotti sono entrati subito e dalla reception hanno sentito delle grida in lingua araba dal primo piano. Sono corsi sulle scale e hanno trovato sul corridoio tre magrebini che alla loro vista si sono infilati in tasca qualcosa. Dalla porta aperta di un mini appartamento hanno poi notato un tavolo con sopra della carta stagnola, come quella utilizzata per confezionare dosi.
Qui è scattata la perquisizione, che ha portato i suoi frutti: sopra la cappa della cucina è stato rinvenuto un barattolo di vetro con 30 grammi di hashish e nel soggiorno tre involucri di cocaina (2,15 grammi in tutto) e altri 3 grammi di hashish. In più un bilancino di precisione e una significativa quantità di contanti (6.740 euro) sparsi in vari nascondigli, ritenuti provento di spaccio. Così è scattato l’arresto per i tre, risultati tutti di nazionalità tunisina (di 26, 30 e 29 anni), condotti ieri mattina in tribunale per la direttissima. Si cerca invece un quarto complice, riuscito a defilarsi nel marasma dell’intervento.
Il 26enne (difeso d’ufficio dall’avvocato Monia Roveri) ha riferito di vivere in quella camera anche se non è il titolare dell’affitto. Lo stesso affittacamere ha detto di non conoscerlo perché aveva dato la camera a un altro, che l’aveva a sua volta rimessa a disposizione. Sulla dinamica sono in corso approfondimenti da parte della polizia di Carpi, che vuole capire se ci sono state eventuali complicità. Comunque, il 26enne ha detto di fare il barbiere a domicilio e l’imbianchino, riferendo al giudice che tutta la droga era per suo uso personale. Il 30enne (avvocato Elisa Cavani) ha detto di lavorare in Tunisia come muratore e di essere da 11 giorni in Italia, quindi di essere alloggiato lì da solo 10 ore. Il 29enne (avvocato Giacomo Tognetti) ha fornito dati anagrafici errati, e per questo ora rischia un altro processo. Anche lui ha detto di essere arrivato dalla Tunisia solo da una decina di giorni. Tutti sono risultati clandestini.
Perché si sono ritrovati a Carpi proprio in quel mini appartamento dove era stato approntato tutti il necessario per un’attività di spaccio? Il sospetto è che ci sia un’organizzazione dietro, sicuramente il ritrovo non è stato causale. Un aspetto questo al centro di ulteriori approfondimenti del Commissariato.
Tutti e tre si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Il pm ha sottolineato con forza la loro pericolosità sociale, indicandoli come spacciatori di una certa esperienza, avendo in possesso una significativa quantità di denaro contante in pezzi anche di piccolissimo taglio che indicano una clientela “spicciola”, e quindi ramificata nella città. Con tutta probabilità, giovani e giovanissimi.
Il giudice Federico Meriggi ha rilevato che l’uso personale di un tale quantitativo di droga era contro ogni evidenza, parlando di un più che probabile traffico di strada radicato nella provincia di Modena. Traffico a cui i due arrivati dalla Tunisia da una decina di giorni erano venuti a dare manforte. Da qui il concreto rischio di reiterazione del reato, e la scelta di un provvedimento forte: per tutti e tre ha disposto il divieto di dimora in provincia di Modena e il nulla osta all’espulsione dal territorio nazionale. A cui il questore Silvia Burdese ha dato seguito disponendo l’immediato accompagnamento presso il Cpr di Gradisca di Isonzo, a Gorizia. L’udienza è stata quindi aggiornata al 23 maggio.
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