Patrizi, cardiologo del Ramazzini: «Con le giuste cure e un po’ di riposo gli atleti riprendono le potenzialità precedenti»
MODENA Sabato all’insegna di sport e Covid presso la Casa di Cura Fogliani dove un’équipe di esperti ha tenuto un convegno dedicato a questo delicato rapporto, con un focus sulle difficoltà affrontate da alcuni atleti nel superare i postumi del contagio.
Tra le problematiche più chiacchierate sul post infezione ci sono quelle miocardiche e pericardiche: «Detto che queste rappresentano solo una parte delle sequele post-Covid, bisogna fare una precisa distinzione tra le diverse ondate della pandemia – sottolinea il dottor Giampiero Patrizi, cardiologo dell’ospedale Ramazzini di Carpi – durante la prima fase, l’eventuale problematica cardiovascolare legata all’infezione da Covid era stata leggermente ipertrofizzata. Con il passare del tempo e con l’avanzamento degli studi si è notato come queste patologie post contagio fossero venute un po’ a meno. Esistono, purtroppo, casi sfortunati in cui c’è stato un interessamento del cuore dovuto all’infezione, ma si parla di una percentuale piuttosto bassa, che va dall’uno al tre per cento. La reale incidenza del danno miocardico è stimata sul 2% e possiamo, dunque, affermare che i problemi di miocardite e pericardite correlati al covid sono decisamente rari. Oltre a questa bassa percentuale, c’è anche un altro fattore positivo e confortante: quasi nella totalità degli individui che evidenziano problemi miocardici, dopo le giuste cure e un adeguato riposo, avviene una recupero totale delle capacità atletiche e sportive, ovvero un ripristino totale di quelle che erano le capacità del soggetto prima di contrarre il Covid».
Problematiche cardiovascolari che secondo alcuni sarebbero legate anche alla vaccinazione: «Gli studi internazionali – continua il dottor Patrizi – hanno evidenziato che il rischio per questi eventi è molto raro. Infatti, sono 5,55 su 100.000 le persone a cui è stato somministrato Pfizer che, in media, hanno riscontrato danni cardiovascolari pericardici o miocardici; 18,39 per quanto riguarda Moderna. Numeri bassi che vengono ulteriormente soppesati dai benefici della vaccinazione. Target principale di questi casi? Curiosamente, l’incidenza più alta si è avuta nei maschi tra i 16 e i 24 anni dopo la seconda dose di Moderna. Va comunque considerato che la diagnosi di miocardite dopo la vaccinazione rimane un evento raro anche in questo target di persone».
«Non esistono casi di atleti – aggiunge il dottor Gustavo Savino, direttore della Medicina dello Sport alla Ausl di Modena – che hanno dovuto rinunciare alla carriera dopo aver riscontrato problematiche post-Covid, a meno che non siano subentrate componenti psicologiche. Il problema dell’affaticamento muscolare, emerso sia per causa del lungo stop imposto dalla pandemia e anche a causa degli strascichi dell’infezione, è pienamente recuperabile con adeguati piani di attività motoria e di alimentazione o anche con integratori alimentari o farmacologici».
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