La presidente di Modena Volley replica alla consigliera comunale: «Io contro le donne? Parole inqualificabili»
MODENA. Non accetta «lezioni da nessuno sui diritti», e ricorda a tutti che la sua posizione sulle donne e sulla violenza è nota. Catia Pedrini, presidente di Modena Volley, fatica a trovare le parole per commentare il caso nato dalla denuncia della consigliera comunale Beatrice De Maio - presentata formalmente ai carabinieri da parte dell’avvocato reggiano Devis Panisi - che ha raccontato di essere stata minacciata e aggredita dai giocatori Earvin e Swan Ngapeth la sera del 6 aprile, al locale “212”. Ma poi le parole le trova, la numero uno di Leo Shoes, anche perché la cosa che l’ha fatta più arrabbiare, in questa vicenda, è l’accusa di non essere dalla parte delle donne, rivoltale da De Maio in replica alla sua difesa dei giocatori.
Partendo proprio dal tema della violenza sulle donne, se ieri la consigliera si era detta «davvero amareggiata per le dichiarazioni della presidente che ha sposato ha priori la tesi dei giocatori senza approfondire quanto successo, soprattutto perché vengono da una donna», oggi Pedrini ricorda che «la mia posizione nei confronti delle donne è molto chiara, e non accetto lezioni da nessuno sul tema dei diritti. Io sono sempre stata e sempre sarò dalla parte delle donne - incalza la presidente - così come sono e sarò per la difesa dei diritti e dei più deboli, quindi rigetto completamente quella che rappresenta un’accusa inqualificabile». La numero uno di Modena Volley fa quindi notare che «la storia parla per me, così come tutto quello che la società ha fatto, a partire dalla collaborazione con la Casa delle donne ».
Anche per quanto riguarda i fatti del 6 aprile, Pedrini respinge al mittente le accuse di aggressione da parte dei giocatori nei confronti della consigliera comunale di Modena Sociale: «In quel momento al tavolo c’erano 14 componenti della squadra più due fisioterapeuti - riprende la presidente - io ho raccolto le loro testimonianze, insieme a quelle di tante altre persone che in quel momento erano nel locale. Tutte le versioni sono molto distanti da quella raccontata dalla signora, che peraltro accusa due sole persone su 16».
E qui la presidente rincara la dose: «Saranno gli inquirenti a fare chiarezza su quello che è successo quella sera - riprende - ma nessuno mi toglierà dalla testa una cosa, ovvero il fatto che i due giocatori accusati hanno la pelle scura. Insomma, possibile che su 16 persone presenti in quel momento, quella signora ne abbia accusate solo due?. Mi sembra molto difficile pensare ad una casualità...».
Tornando alle ricostruzioni dei fatti della sera del 6 aprile, Pedrini ricorda che «saranno i carabinieri, dopo aver raccolto le testimonianze, a fare luce su quello che è successo. Di certo quella sera c’erano tante altre persone, e tutte quelle con le quali abbiamo parlato raccontano una versione molto diversa da quella oggetto della denuncia».
Versioni estremamente diverse, anche perché nella denuncia presentata ai carabinieri nel legale della consigliera comunale si parla di minacce e aggressione. In particolare, secondo la ricostruzione di De Maio, un gruppo di giocatori si sarebbe avvicinato alla consigliera, che in quel momento era con alcuni amici, iniziando ad insultarla. Solo in un secondo momento, sempre secondo quanto denunciato dalla rappresentante di Modena Sociale, sarebbe arrivato Earvin Ngapeth, che avrebbe spinto a terra la consigliera comunale. La denuncia è stata depositata alcuni giorni dopo i fatti: ora saranno gli inquirenti a fare chiarezza sulla vicenda.
LA RICOSTRUZIONE DEI FATTI TRA ACCUSE E DIFESA
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