Il World Air Quality Report, l’indagine pubblicata nei giorni scorsi e riportata lunedì dalla Gazzetta evidenziando come Modena sia la città più inquinata d’Italia e paragonabile addirittura al Bangladesh per i valori delle polveri sottili pm 2,5, continua a fare discutere. Soprattutto a preoccupare, come spiegano Legambiente e l’associazione Medici per l’Ambiente Isde: «Non è la prima volta che segnaliamo con forza la situazione assolutamente critica della qualità dell’aria Modena».
«Siamo ben consapevoli della situazione geografica e meteorologia della nostra città, però non avvertiamo da parte delle Amministrazioni locali regionali una concreta determinazione ad intervenire rapidamente», continuano.
«Non riteniamo necessario portare altra documentazione a confermare la gravità di questi dati a livello locale. lo abbiamo già fatto e siamo disposti a collaborare per raccoglierne altri. Vorremmo però che a livello informativo si prenda atto di questa urgenza da parte delle amministrazioni locali e - propongono le associazioni - si inizi un percorso di condivisione su dati e sui rischi che devono indurre cambiamenti a livello collettivo e individuale».
«Come già abbiamo ricordato in passato, l’Oms, Organizzazione Mondiale della Sanità, dedica un intero capitolo delle nuove linee guida all’importanza di informare la popolazione e non solo esperti e decisori politici, con tutti gli strumenti possibili, della criticità della situazione. Non è più tempo di sperare nella bella stagione per risolvere i problemi - concludono le associazioni - Occorrono interventi strutturali sui settori responsabili delle emissioni: traffico autoveicolare e trasporto su gomma delle merci, agricoltura e allevamenti intensivi, impianti di riscaldamento. Se al contrario si continueranno a costruire strade e autostrade e ad autorizzare allevamenti sempre più grandi, i problemi di certo non si risolveranno».
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