Comune e amici hanno poi organizzato l’addio al 70enne Vainer Levratti La sua casa e il denaro andranno in dono a parrocchia di Sant’Antonio e Caritas
NOVI. È rimasto per più di un mese in obitorio, perché nessun parente si è presentato, e il sindaco Enrico Diacci, insieme agli amici, ha dovuto organizzare il funerale.
È una storia che stringe il cuore quella di Vainer Levratti, 70 anni, in pensione, positivo al Covid al momento del decesso. Levratti abitava a Sant’Antonio in Mercadello e si è spento alla fine di dicembre dello scorso anno. Il suo funerale, curato dalle onoranze Ivan Gavioli e le cui spese verranno sostenute dai beneficiari del lascito, si è tenuto in febbraio.
Prima della pensione, Vainer aveva lavorato in un maglificio di Carpi, nel quale aveva stretto rapporti di forte amicizia con i titolari. Rapporti che sono rimasti invariati anche dopo il ritiro dall’attività lavorativa, tanto che il 70enne ha indicato loro come soggetti ai quali fare riferimento per la suddivisione del testamento.
La casa e il denaro di Levratti, infatti, saranno suddivisi per sua volontà tra la Caritas diocesana e la parrocchia di Sant’Antonio in Mercadello.
«Conoscevo bene Vainer Levratti: per nove anni ci siamo visti a messa la domenica – conferma don Andrea Zuarri – Nel testamento ha indicato espressamente la parrocchia di Sant’Antonio in Mercadello e la Caritas di Carpi, come eredi. Chi dovrà attuare le sue volontà sono amici ai quali era rimasto profondamente legato: gli ex titolari del maglificio dove aveva lavorato».
Gavioli è rimasto alle camere ardenti dell’ospedale di Carpi per oltre un mese: ci sono tempi tecnici, infatti, in cui il testamento dev’essere accettato e tempi oltre i quali non si può più attendere per organizzare la cerimonia funebre. Per questo è stato fondamentale per sbloccare la situazione il ruolo del sindaco Enrico Diacci una volta che, dopo l’apertura del testamento, nessun parente si è presentato per organizzare il funerale. Ed è stato indispensabile l’apporto degli eredi, ossia degli imprenditori che indicati come beneficiari nel testamento da parte di Levratti, per predisporre tutto quanto fosse necessario per una cerimonia che desse un addio dignitoso al 70enne.
Levratti è stato sepolto a Concordia, il paese di origine della sua famiglia.
La sua storia ha suscitato molta amarezza in paese, sia per il ritardo nello sbloccare le pratiche per organizzare il funerale, sia per la decisione di lasciare i suoi beni, la casa e il denaro, alla parrocchia di Sant’Antonio in Mercadello e alla Caritas della diocesi di Carpi: segno di attaccamento alla comunità cattolica frequentata nella frazione da numerose persone.
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