La Soprintendenza dà il nullaosta alla struttura crollata con le scosse di terremoto Il sindaco Diacci: «Sarà utilizzabile pure la casa del custode per mostre ed eventi»
Novi. Era il 3 giugno 2012 quando la Torre dell’orologio di Novi crollava definitivamente per colpa di un’altra tremenda scossa di terremoto. Ora, quasi dieci anni dopo, con il via libera della Soprintendenza, la Torre tornerà a svettare nuovamente sul paese. Il lungo percorso iniziato nel 2016, fatto di continui dialoghi tra Comune, cittadini e studenti, ha finalmente dato i suoi frutti: la nuova torre sarà uno spazio vivibile e aperto a tutta la comunità.
«Sarà in grado di coniugare passato e presene – afferma il sindaco Enrico Diacci – che incarna storia e innovazione attraverso un percorso durato diversi anni. Sarà una torre da vivere, ma come fare a renderla vivibile per davvero? Permettendo a tutti di poterla visitare. Questo è stato il nostro grande impegno, che ha trovato concretezza con la possibilità di poterci salire fino alla sommità, passando per la cella campanaria. Inoltre, apriremo la casa del custode, dove una volta erano presenti gli uffici comunali, che potrà ospitare mostre e installazioni di ogni genere, eventualmente durante i principali eventi che coinvolgeranno la piazza».
Dopo la ricostruzione saranno quindi fruibili i locali al piano terra e al primo piano, mentre al secondo troverà posto un sottotetto da cui partirà la scala interna alla torre. Dal punto di vista estetico, il progetto prevede soluzioni che riassumono gli aspetti che lo stabile ha assunto durante la sua lunga vita, iniziata sul finire del ’700. La posizione dell’orologio e della cella campanaria sono ispirate alla versione più recente della torre, quella che tutti hanno conosciuto fino al 2012, mentre forme e volumetrie ricordano la torre prima della ristrutturazione del 1928.
La Soprintendenza è stata molto chiara fin dall’inizio con i tecnici che hanno preso parte al progetto, stabilendo che l’approccio non doveva essere quello del “com’era e dov’era” ma piuttosto di ricostruire una torre semplice, misurata, composta, sobria ed elegante, in linea con la storia del territorio. L’iter per arrivare all’accordo con l’ente regionale è stato lungo e complicato, ma alla fine i primi di febbraio è arrivato l’ok definitivo sul progetto, dopo un percorso di confronto durato oltre 5 anni.
Il via libera consentirà di ottenere l’ordinanza per il decreto di concessione del contributo a fine 2022 e iniziare i lavori il prossimo febbraio, dunque tra meno di un anno. La data di fine lavori è prevista, invece, per la primavera 2024. L’impresa che eseguirà i lavori, stimati per la parte pubblica in circa 400mila euro, è la I.T.I Impresa Generale di Modena, che è anche da qualche anno proprietaria della parte privata dello stabile. Il Comune è infatti proprietario della sola sommità della struttura, elemento che ha condizionato non poco la realizzazione del progetto e che incederà anche sulla parte esecutiva.
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