L'opinione
Prima dei fatti dell’Ucraina sulla scorta del Manifesto di Marx ed Engels si sarebbe potuta costituire un’associazione al risuonare del motto "putiniani di tutta Italia, unitevi". Ora l’associazione non potrebbe più essere costituita perché di putiniani sembra non esserci più nessuno: chi ne parla male, chi non ne parla più, chi compie azioni che di fatto sono contro Putin e (la maggioranza) tace. Quello che è successo a Matteo Salvini alla frontiera in Polonia era altamente prevedibile. È pur vero che Salvini era lì per portare aiuti al popolo ucraino, ma era altrettanto vero che quel popolo non aveva gradito la sua maglietta col Putin stampato, così come non aveva gradito gli elogi di molti altri italiani nei confronti di Putin "persona buona, aperta al dialogo, ecc. ecc.". Come dare torto a quel popolo?
Quel che succede oggi gli dà purtroppo totale ragione. E questo per dire degli italiani. La domanda apparentemente semplice da porsi è la seguente: era vero il Vladimir Putin di Pratica di Mare mentre stringe la mano al presidente degli Usa George W. Bush, mani a loro volta strette da quelle di Silvio Berlusconi, promotore del loro incontro in vista di un possibile ingresso della Russia nella Nato, o è vero il Putin di oggi che ritiene la Nato il nemico da combattere in quanto appoggia i nazisti che deve sconfiggere in Ucraina? In altri termini: è vero il Putin che si avvicina agli organismi internazionali apparentemente disposto ad entrare in essi e a condividerne i diritti e le regole internazionali da essi sancite? In altri termini ancora: è vero il Putin che intende stare con l’Europa fatta di Paesi sovrani che possono esercitare il diritto all’autodeterminazione dei popoli o è vero il Putin che ritiene di poter annettere, cioè come ci insegna la Treccani, occupare o conquistare territori di altri Paesi, o Paesi interi, andando contro ogni diritto e regola base del diritto internazionale?
A nostro modesto avviso la risposta è la seguente: Vladimir si è tolto la maschera. Tra l’altro dando ragione a chi pensa che il significato di questo nome derivante dall’antica lingua slava ecclesiastica, nel suo caso, non sia governo della pace ma governo di potenza. Quando uno pensa di poter annettere un altro significa che l’altro non ha diritti e che lui può avocare a sé, con una decisione presa da se stesso, e - nel delirio di potenza - addirittura con il diritto di farlo. Ma, al netto degli entusiasmi dei putiniani italiani, l’Occidente ha qualche responsabilità in ciò che sta avvenendo.
Gli organismi internazionali possono dire di avere la coscienza a posto o no? L’Occidente ha molte responsabilità. Si può discutere dell’incontro di Pratica di Mare, si può discutere della politica estera berlusconiana e di molte altre cose. Certamente quello era un tentativo di avvicinare Putin all’Occidente e non di allontanarlo. Dopo cosa è stato fatto? Poco o nulla. L’Unione europea che doveva lavorare per il suo allargamento certamente avrebbe dovuto dotarsi di una politica estera comune e di una difesa comune (perché la politica estera è politica di dialogo ma anche di potenza e un esercito comune ti aiuta non a fare la guerra ma ad evitare che qualcun altro la faccia), e invece ha lasciato che ogni paese andasse per conto suo facendo i propri interessi anche in modo legittimo ma miope e non avendo una politica comune nei confronti della Russia.
L’Europa e l’Italia in particolare non si sono dotate degli strumenti per una autonomia energetica salvo rincorrere in modo utopico e quindi non realistico obiettivi di transizione ecologica futuribili ed incuranti del presente. E poi, domanda delle domande, l’Onu dov’è finita? E gli Stati Uniti che ne sono "azionisti di maggioranza" che fine hanno fatto? È la Turchia il luogo giusto dove devono trovarsi gli ucraini e i russi a trattare per un compromesso possibile? Siamo ridotti così? Se siamo ridotti così non si va da nessuna parte e le cose purtroppo sono destinate a peggiorare. Occorrerebbe un risveglio immediato e potente degli Usa, dell’Onu e della Ue. Vedremo.
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