Lama Mocogno. I disagi nel Comune rimasto senza medico di base sono troppi: urge trovare una soluzione per garantire il diritto alla salute, «un diritto di base per i cittadini che pagano le tasse al pari degli altri e che quindi debbono poter usufruire degli stessi servizi».
Si ripropone la questione dottore a Lama Mocogno, dove dopo il pensionamento il 31 dicembre dell’ultimo medico di famiglia rimasto in servizio i cittadini non hanno più una figura costante di riferimento. A sollevare il caso è la Cna attraverso il responsabile dell’Appennino Andrea Vecchiè, che denuncia «una situazione sostenibile». C’è il medico di Polinago in supporto (il dottor Radicchi) più due guardie mediche (parte di un gruppo di quattro) che dal 24 gennaio dovevano dare vita a un servizio di assistenza sperimentale con accesso al programma Sole che avrebbe permesso loro di accedere al fascicolo elettronico con tutta la storia clinica dei pazienti, così come i medici di base incaricati. Ma qualcosa non sta funzionando, e cresce la preoccupazione tra cittadini e imprese. Anche in prospettiva, perché se Lama è oggi il primo comune della provincia senza un medico di famiglia, domani i casi si possono susseguire a ripetizione, soprattutto in montagna.
«Stiamo riscontrando problemi in questo sistema sperimentale – ammette il sindaco Giovanni Battista Pasini – il principale è che le guardie mediche, che cercano di essere sempre le stesse per mantenere il legame con la popolazione, non hanno avuto ancora accesso al programma Sole. Nonostante l’impegno dell’assessorato regionale alla Salute ad attivare il servizio pilota per l’Ausl di Modena, non si è ancora potuto procedere. E questo tra l’altro impedisce alla guardia medica di poter trasmettere celermente in farmacia le ricette. È un problema che stiamo cercando di risolvere, si è attivata anche la consigliera regionale Palma Costi: siamo in contatto costante sugli sviluppi».
Ma ci sono anche altre questioni, come i tempi lunghi per prenotare una visita in ambulatorio alla segreteria unica: «Ci sentiamo quasi quotidianamente con il direttore di distretto Serantoni per migliorare anche questo servizio, dovremmo avere risultati in fretta – sottolinea Pasini – siamo tutti consapevoli che le guardie mediche non sono una soluzione definitiva, ma l’unica possibile al momento: il bando per l’assegnazione dei due posti vacanti è andato deserto, e non si risolve in un giorno la mancanza di programmazione nel formare i nuovi dottori. Che comunque sceglieranno sempre i posti di lavoro più comodi finché non ci saranno incentivi economici per chi fa attività in montagna e deve sobbarcarsi spese maggiori».
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