Oltre 400 persone fanno sentire il loro sostegno chiedendo la pace. Appello contro la guerra della Fondazione Fossoli
Serena Arbizzi
«Non fermano le bombe, non si fermano né davanti ai bambini, né agli ospedali, né alla gente malata. È impossibile vedere questa cosa nel 2022. Vent’anni fa sono partita dall’Ucraina per trovare in Italia un lavoro migliore. Vedova, lasciai lì i miei bambini di 5 e 8 anni. Oggi la mia famiglia è ancora là, sotto i bombardamenti».
CARPI Olga è ucraina: ieri mattina è stata una delle oltre 400 persone che hanno gridato forte e chiaro il loro no all’invasione spietata della Russia. Presente con Olga una folta rappresentanza di uomini, donne e bambini della comunità ucraina a Carpi. Tanti i cartelli impugnati da bambini adulti per dire no alla guerra. I colori dominanti erano il giallo e l’azzurro, quelli della bandiera ucraina che dominavano una lunga catena di palloncini lanciata in cielo dai bimbi, come auspicio per una veloce risoluzione del conflitto. Ed è stata sempre una bambina, a dedicare una poesia alla piccola Mia, la neonata venuta alla luce nella metropolitana di Kiev: il miracolo della vita, più forte di ogni cosa. E un’altra piccola, Letizia, ha concluso l’evento con qualche pensiero spontaneo sul diritto di vivere in pace per tutti i popoli. Hanno preso una ferma posizione a pieno sostegno della comunità ucraina, la vicesindaco Stefania Gasparini, l’assessore delle Terre d’Argine Enrico Diacci e gli assessori Tamara Calzolari e Andrea Artioli. L’appuntamento è iniziato con l’inno nazionale ucraino e la cornice musicale conclusiva è stata “Bella ciao”, l’inno universale di libertà dagli invasori che attraversa i confini, intonato da carpigiani e ucraini insieme.
«Siamo stati invasi in modo spietato e brutale – afferma Eugenia, nel prendere la parola davanti ai partecipanti – La mia gente vive nel terrore. E non riesco a non pensare ai volti di quei bimbi, dentro ai vagoni, che sorridono perché ancora troppo piccoli per rendersi conto di cosa sta succedendo».
«L’attacco russo non è per liberarci da un regime nazionalista – aggiunge Oxana – Noi non abbiamo mai sentito il peso di qualche ombra nazionalista sulle nostre vite».
Don Alessandro Sapunko, assistente spirituale che celebra la liturgia cattolica di tradizione bizantina ogni domenica mattina con la comunità ucraina a Carpi, ha invocato la no fly zone, ossia il divieto di sorvolo sull’Ucraina. «Ognuno di noi può chiudere quella zona aerea – afferma don Alessandro – Lo possiamo fare con la preghiera e la vicinanza alla comunità ucraina».
Ieri pomeriggio, poi, dal cortile del Museo Monumento al Deportato, Pierluighi Castagnetti, presidente della Fondazione Fossoli ha rivolto un appello pubblico per la pace. «La guerra si fa per uccidere – sottolinea Castagnetti – Dobbiamo essere spietati nel dire la verità. Si fa per uccidere e per far soffrire. Quante vittime, vedove, orfani, tonnellate di macerie, industrie, scuole, ospedali distrutti dovranno essere contabilizzati per dichiarare raggiunto il risultato e per farla finita? La guerra non risolve e non produce equilibri di pace. Se ne renderà conto presto anche Putin che si ritroverà con una manciata di risultati tutti drammatici».
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