foto da Quotidiani locali
MONTEFIORINO. È accusato di aver rubato candelabri dalla chiesa di Casola di Montefiorino per poi cercare di rivenderli, per racimolare qualche soldo dopo che aveva perso il lavoro.
È stata chiesta una pena di otto mesi da parte del pubblico ministero, mentre il difensore, l’avvocato Gianpaolo Verna, ha chiesto il minimo della pena per l’imputato che, nel 2014, commise il furto degli oggetti sacri nel luogo religioso.
Durante le udienze è stato inquadrato il profilo dell’uomo, che aveva perso il lavoro e, come sottolineato dalla difesa, si trovava in un momento difficilissimo all’epoca dei fatti, aggravato dal mancato ricevimento della somma che gli spettava per la liquidazione alla fine del rapporto lavorativo. Così, preso dalla disperazione, decise di rubare i candelabri, per poi cercare di rivenderli.
L’imputato, infatti, dopo il furto, si recò con il bottino da un antiquario per tentare di farsi pagare: non funzionò e l’antiquario sporse querela.
Tuttavia, appena fuori dall’aula, si è verificata una scena molto toccante. L’imputato è scoppiato in un pianto, chiedendo scusa più volte per quanto aveva fatto. L’antiquario ha così deciso di ritirare la querela.
Nell’ultima udienza è stato ascoltato il titolare del negozio di antiquariato, in qualità di testimone. La prossima udienza si terrà il 15 marzo. Nel frattempo, l’imputato risulta percettore di un reddito di cittadinanza pari a 380 euro al mese. E viene aiutato da altri famigliari, oltre che dalla comunità ecclesiastica della zona.
Serena Arbizzi