Serena Arbizzi
È indagato per la bancarotta di un centro benessere e accusato di aver prelevato 120mila euro dai conti correnti. Per questo sta affrontando un nuovo iter giudiziario.
Hermes Ferrari, conosciuto come lo “sciamano di Montecitorio” per aver manifestato a Roma nei panni di Jack Angeli, condannato per l’irruzione a Capitol Hill, poco più di un anno fa, rischia il processo per bancarotta.
Il caso è legato al periodo in cui Ferrari svolgeva l’attività di imprenditore nel mondo del benessere, prima di aprire attività di ristorazione. Il centro, che si trovava nei pressi di via Emilia ovest, è stato sottoposto alla procedura di fallimento. A Ferrari viene contestato di aver effettuato un prelievo sostanzioso dai conti.
«Per 30 anni Ferrari ha lavorato nel mondo del benessere – spiega l’avvocato difensore Gianluca Vinci – Il caso si riferisce al centro benessere in città: lo ha gestito per un periodo di circa cinque anni. E il reato contestato si riferisce a una bancarotta. Noi riteniamo che non si sia verificata. A carico del mio assistito, infatti, viene contestato un unico fatto: aver prelevato 120mila euro dai conti. Tuttavia, in quel momento, quando sono stati fatti i prelievi, cioè, Ferrari era a casa infartuato. Inoltre, era sottoposto a una misura cautelare e, pertanto, in quella circostanza, non aveva accesso né ai conti, né all’home banking».
La tesi della difesa, quindi, è che non sia stato Ferrari a fare quel prelievo consistente.
«Queste operazioni le ha fatte un’altra persona a sua insaputa – motiva Vinci – Dopo quell’episodio, Ferrari ha deciso di iniziare a lavorare nel mondo della ristorazione. Noi riteniamo che la vicenda sia già abbastanza chiara».
Si vedrà se il giudice la riterrà altrettanto chiara. Dopo l’udienza preliminare, infatti, si dovrà decidere se Ferrari verrà rinviato a giudizio o meno.
Il caso è stato rinviato alla prossima udienza, che si terrà sempre in tribunale a Modena, dove si è verificato il fatto oggetto del procedimento, il 2 maggio.
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