I dirigenti modenesi approvano la semplificazione introdotta dall’ultimo decreto Ma il comitato non ci sta: «Per i ragazzi è una discriminazione inaccettabile»
MODENA Nella giornata in cui sono entrate formalmente in vigore le nuove regole semplificate delle quarantene scolastiche, i presidi modenesi si dichiarano per la maggior parte soddisfatti del nuovo decreto, ritenendolo «coerente con la politica che fino ad ora è stata messa in campo dal governo», che ha spinto sulla vaccinazione come unica misura efficace al momento disponibile per la lotta al Coronavirus. «E se il principale obiettivo era la semplificazione - commenta la dirigente dell’IC9 di Modena Silvia Zetti, credo possa dirsi raggiunto. Queste nuove regole servono in primo luogo a spingere ancora di più sulla didattica in presenza e in secondo luogo ad alleggerire la pressione sui genitori dei bambini più piccoli fino ad ora in difficoltà perché costretti a rimanere a casa per assistere i figli in quarantena».
Qualche perplessità riguardo alle nuove regole Zetti la ripone però sul quanto stabilito per infanzia e primaria. «Forse aspettare che in una sezione della scuola dell’infanzia ci siano cinque casi positivi è un po’ troppo - sottolinea la preside - non vorrei che il virus tornasse di nuovo a correre. I dati sul numero dei contagi, in calo ormai da giorni, lasciano ben sperare. Per quanto riguarda la primaria, dove in dad andranno solo i non vaccinati, mi preoccupa il controllo quotidiano mattutino di tutti gli altri che potrebbe richiedere davvero molto tempo».
Soddisfatta di questa semplificazione anche la dirigente del liceo scientifico Wiligelmo di Modena Daniela Barozzi. «Grazie a queste nuove regole per le superiori è diventato tutto più agevole - conferma Barozzi - peraltro per il controllo dei ragazzi, a partire dal secondo caso di positivi in classe è già stata aggiornata l’app di controllo, e visto l’altissimo numero di ragazzi vaccinati che frequentano le scuole superiori (al Wiligelmo abbiamo stimato che siano circa sopra l’80%) questo sta a significare che la scuola superiore è tornata praticamente in presenza». Ma sul tema della differenza di trattamento tra vaccinati e non vaccinati ha preso una netta posizione contraria il gruppo modenese di Priorità alla scuola, nonostante apprezzi la strada intrapresa dal governo per semplificare le regole: «Non possiamo dirci di certo soddisfatti - afferma la portavoce Manuela Ciambellini - riteniamo non ammissibile la discriminazione, sancita per decreto, tra ragazzi vaccinati e non. Soprattutto per una fascia di popolazione che non decide in autonomia, questo provvedimento è gravissimo». Il comitato continua a chiedere che le scuole siano sempre aperte, prevedendo sempre la didattica in presenza per chi non è gravato da provvedimenti sanitari disposti dalle Ausl, ritenendo indispensabile abolire l’automatismo per cui tutti i componenti del gruppo classe vengono considerati contatti ad alto rischio. «Inoltre - continua Ciambellini- l’aver mantenuto 2 casi positivi per le superiori come soglia per mandare in dad i ragazzi non vaccinati è incomprensibile e grave. Le scuole sono uno dei luoghi con il maggior numero di vaccinati, riteniamo dunque che si debba arrivare a norme che prevedano positivi a casa e gli altri in classe. Infine - conclude la portavoce - è necessario che l’Ausl applichi in modo puntuale quanto stabilisce il nuovo decreto e che le comunicazioni che arrivano dall’Azienda sanitaria e dalle scuole siano chiare e coerenti tra loro».
© RIPRODUZIONE RISERVATA