Modena. «Estendere il green pass? Giustissimo». I modenesi accolgono con senso di responsabilità la novità appena entrata in vigore. Da ieri occorre esibire la certificazione verde base per accedere agli uffici pubblici, alla posta, in banca, nei negozi. È necessario dunque essersi vaccinati contro il Covid, essere guariti dalla malattia o dimostrare di avere un tampone negativo valido. I negozianti si sono attrezzati con lettori dei codici Qr. La maggior parte dei modenesi preferisce scaricare la certificazione sullo smartphone per farsi controllare più rapidamente all’ingresso. C’è chi però non rinuncia al cartaceo. Il succo non cambia. Chi non è in regola è invitato a restare fuori, come accadeva (e continua ad accadere) per chi non indossa la mascherina. In generale, l’impressione è che la misura sia accettata, se non promossa.
«È giustissimo – esclama Maria Letizia Cellie davanti a un’attività di via Emilia Centro – Dobbiamo preservarci tutti per un futuro migliore. Dobbiamo fare così per far finire prima l’emergenza». Lo stato d’emergenza prorogato dal consiglio dei ministri fino a giovedì 31 marzo è un tema di cui si discute ai tavoli nazionali. «Credo che il 31 di marzo lo stato di emergenza non sarà prorogato - la posizione espressa l’altro dal sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri – e per la fine di febbraio avremo abbandonato tante di quelle restrizioni che oggi abbiamo. Forse andrebbe ripensato anche il green pass, in base all’andamento del virus, e anche il tipo di vaccinazione, che tra l’altro andrà rimodulata, fatta su persona». Intanto, ieri sono scattate le sanzioni di cento euro per gli over 50 non vaccinati. Da martedì 15 febbraio tutti i lavoratori (pubblici e privati) e i liberi professionisti di almeno cinquant’anni dovranno avere il green pass rafforzato, ottenuto mediante vaccinazione o guarigione. Mercoledì 15 giugno è attesa invece la fine dell’obbligo vaccinale per tutti gli over 50 non vaccinati. Già in vigore l’obbligo vaccinale per il personale universitario. Come ricorda il Comune in una nota, non occorre il green pass base per quattro esigenze: alimentari e di prima necessità; di salute; di sicurezza; di giustizia.
«Come possiamo dalla pandemia in un modo diverso? – domanda Cellie – Vorrei una risposta dai signori “no-vax”».
Sugli oppositori ai vaccini riflette anche Laura Facciolla. «Ci sono tantissimi “no-vax” in giro – osserva Facciolla – e non hanno certo il cartellino. Fino adesso siamo stati sani ed è grazie alla nostra buona volontà e a tutte le misure che sono state prese. Non si potrebbe fare diversamente». Sia Cellie sia Facciolla attestano la semplicità di sottoporsi al controllo della certificazione verde. La seconda esprime vicinanza al personale dei negozi. «Oltre a fare i venditori devono avere l’accortezza di controllare i green pass – ricorda Facciolla – e per loro è una fatica e un impegno notevolissimo».
All’Anagrafe il personale continua a “sdoppiarsi” tra l’esterno e l’interno per gestire le prenotazioni, le informazioni e i controlli. «Penso di essere più sicuro con il controllo del green pass – ammette Matteo Zucchi in fila – Se tutti fossimo vaccinati non avremmo il problema di adesso. Sarebbe l’ora l’emergenza finisse per tornare a viaggiare e riprendere attività anche molto semplici».
