MODENA. Ha fatto discutere la nostra inchiesta sui tempi medi di intervento delle ambulanze su tutto il territorio provinciale. Così l’Ausl ha dato la sua lettura: «L’ultimo monitoraggio riguarda il quadrimestre maggio-agosto 2021 che vede come risultato un tempo di soccorso - dal momento cioè della telefonata all’arrivo sul luogo del primo mezzo - di 18 minuti al 75esimo percentile (vale a dire che su 100 interventi, 75 sono dentro questa tempistica prevista dalle indicazioni ministeriali) e un tempo medio di intervento di 15 minuti».
L’azienda conferma come i tempi siano soggetti a diverse variabili: «All'interno del tempo di soccorso sussistono diverse variabili che possono far aumentare o diminuire questo tempo e in particolare tempi “intracentrale” di ricezione, gestione e processazione dell'intervista telefonica; tempi di vestizione e partenza dell'equipaggio (variabile non presente prima del Covid e che ha aumentato il tempo di soccorso); tempi legati a variabili stradali e metereologiche (diversità geografiche tra città e montagna, meteo, traffico, ...); difficoltà nel reperimento del target (motivi geografici, motivi legati all'utente e all'intervista telefonica, ...). Di tutte queste variabili elencate, il sistema 118 può intervenire sui tempi di vestizione e partenza dell’equipaggio, affinché siano il più rapidi possibile ma sempre nel rispetto della sicurezza degli operatori e dei pazienti. Anche i tempi di bonifica delle ambulanze dopo il trasporto di pazienti Covid in uno dei sei punti provinciali di bonifica (Modena-Fiorano-Pavullo-Carpi-Mirandola-Vignola) possono influire sulla disponibilità di mezzi. In tutto il periodo del Covid tali tempistiche hanno influito a tal punto che, nei momenti di minore pressione pandemica dove diminuiscono le chiamate su sospetti o casi confermati, i tempi si sono rivelati inferiori e, a prescindere dal Covid, si sta assistendo a un progressivo miglioramento dei tempi».
Il punto di discrimine, come spiegato ieri, è quantificato dal Ministero in 18 minuti: la media modenese è buona, con 17 minuti (nel resto d’Italia ne servono 21) ma ci sono ancora 17 comuni sopra il livello considerato accettabile: «Tempi più alti - continua l’Ausl - non sono “automaticamente” un indice negativo. Alla miglior gestione del paziente, infatti, concorrono altri fondamentali elementi tra cui, ad esempio, l’invio del mezzo più appropriato in base alla prima valutazione del caso, la capacità di fornire e di far seguire le istruzioni pre-arrivo da parte dall’infermiere della centrale operativa al cittadino che effettua la chiamata (che possono aumentare il tempo di sopravvivenza del paziente), l’attivazione precoce su particolari categorie (come i neonati in condizioni critiche), e ovviamente il trasporto del paziente nel luogo più appropriato per la gestione della patologia, elementi che negli anni sono stati oggetto di una continua costruzione, da parte delle Aziende sanitarie modenesi, per un progressivo potenziamento della rete tra territorio e ospedali, in particolare sulle patologie tempo-dipendenti. Come verificato in numerosi studi scientifici la differenza di alcuni minuti nell’arrivo dell’ambulanza non incide sulla mortalità e gli esiti di salute e le più recenti ed efficaci strategie di soccorso hanno come presupposto che “non è il malato che va all’ospedale” ma è “l’ospedale che va dal malato”. Esperienza comune è vedere che spesso i mezzi di soccorso restano sulla scena dell’evento per alcuni minuti erogando quelle manovre salvavita e terapeutiche che in passato il paziente poteva ricevere solo all’arrivo in Pronto Soccorso».
È vero, comunque, che i tempi più lunghi riguardano i piccoli comuni dell’Appennino e della Bassa: «In merito alla copertura delle varie aree del territorio, infine, negli ultimi anni l’Azienda ha progressivamente lavorato, pur nella ben nota difficoltà di reperimento del personale, per l’ampliamento del numero di mezzi e di fasce orarie, tra cui l’attivazione dell’ambulanza h24 su Nonantola da novembre 2021 e l’ambulanza h24 su Mirandola da dicembre 2021, oltre a una continua rimodulazione del numero di mezzi in base alle necessità pandemiche. Ciò non solo per far fronte all’emergenza covid ma anche per offrire alla popolazione di tutta la provincia la migliore assistenza possibile, tenuto conto anche della presenza di un servizio efficiente di elisoccorso che, sulla nostra provincia e in particolare nelle zone più periferiche, mostra livelli importanti di utilizzo con, nel 2020 (ultimo dato consolidato), quasi 600 interventi di cui circa 100 in volo notturno».
© RIPRODUZIONE RISERVATA