A Modena si sale a 168 contagiati all’Ausl e 184 nell’Azienda ospedaliero universitaria tra il personale sanitario.
«È drammatica la situazione degli operatori sanitari modenesi», denuncia il sindacato Cisl funzione pubblica emilia centrale, che continua: «Dopo essersi messi a disposizione per fronteggiare la prima ondata pandemica, aver cercato di ridurre le liste d’attesa e affrontato la massiccia campagna vaccinale, adesso gli operatori sanitari sono allo stremo».
Come afferma Alfonso Bracigliano, sindacalista della Cisl funzione pubblica Emilia centrale, i sanitari «da mesi non effettuano ferie e riposi, mentre aumentano le ore di lavoro straordinario. Stiamo assistendo a una continua riconversione di posti letto e reparti da ordinari a covid, ma allo stesso tempo sono esplosi i contagi tra i lavoratori impegnati nelle corsie e nei servizi: a oggi sono più di 350».
Nonostante questi numeri, nota però il sindacato, l’Ausl ha sospeso fino al 23 gennaio i tamponi di screening tra gli operatori «adducendo ragioni di riorganizzazione», a riprova che «c’è un disperato bisogno di immettere forze fresche nel servizio sanitario nazionale e di superare il blocco del turnover».
Già nelle settimane scorse i sindacati avevano protestato con Regione e governo affinché arrivassero risorse strutturali per garantire una maggiore tenuta degli ospedali. Di fatto si tratta di una richiesta che anche il presidente Bonaccini ha rivolto a Draghi: «Non possono essere le Regioni – aveva detto il presidente dell’Emilia Romagna – a pagare il conto del Covid»
