Assolto perché il fatto non sussiste. Ha tirato un respiro di sollievo Giampaolo Gola, mantovano di nascita (figlio del generale della guardia di finanza e dirigente sportivo Gianni Gola), che sei anni fa era stato indagato per traffico di influenze illecite nell’ambito dell’inchiesta sul nuovo stadio della Roma che sarebbe dovuto nascere a Tor Di Valle, impianto alla fine mai costruito.
All’epoca dei fatti contestati Giampaolo Gola era assessore del decimo municipio della capitale, quello di Ostia. Venerdì i giudici dell'ottava sezione collegiale della capitale, dopo oltre otto ore di camera di consiglio, hanno emesso il verdetto di primo grado: nove condanne e una decina di assoluzioni. Tra gli assolti con formula piena anche Giampaolo Gola che si è sempre dichiarato completamente estraneo ai fatti contestati dalla procura.
L'impianto accusatorio dei pubblici ministeri di piazzale Clodio, per il quale avevano sollecitato ventidue condanne, ipotizzava episodi di corruzione, traffico di influenze e finanziamento illecito. «Sto raggiungendo mio figlio a Ostia per un brindisi - ha dichiarato ieri il generale Gianni Gola - certo, sono stati sei anni difficili, anche perché mio figlio sapeva di essere innocente e non c’erano dubbi sulla sua estraneità. Si era solo messo a disposizione in base alle sue competenze».
