L'assessore regionale al welfare Guido Bertolaso è volato in Sud America, fra le polemiche, per stringere accordi che permettano di avere personale infermieristico, in particolare da Paraguay e Argentina, nelle strutture sanitarie lombarde.
L'obiettivo dichiarato è quello di far arrivare entro la fine del 2024 tra i 400 e i 500 infermieri. «Speriamo - ha spiegato Bertolaso - di riuscire ad avere questi cinquecento infermieri in più per poter utilizzare al meglio le nostre case di comunità e per dare una risposta migliore ai nostri cittadini». Apriti cielo: un attimo dopo è arrivata la pioggia di critiche dal sindacato infermieri e dal Pd regionale, che sostengono che «importare» sanitari dall'estero non risolverà il problema. «Vanno valorizzate le forze che abbiamo in casa».
È piuttosto scettico anche l’Ordine delle professioni infermieristiche di Mantova, che tramite il suo presidente, Andrea Guandalini, ritiene necessario fare precisazioni e chiarimenti. Intanto i numeri: nel Mantovano manca più di un centinaio di infermieri, sommando servizi territoriali e ospedali. Ma quello che più spaventa è la fuga delle giovani generazioni da questa professione: al primo anno del corso di laurea in scienze infermieristiche al Poma (sede staccata dell’università di Brescia) gli studenti iscritti sono quaranta, contro i settanta posti disponibili. Un numero esiguo, considerato l’allarme lanciato tempo fa proprio dall’Opi di Mantova secondo il quale entro dieci anni andrà in pensione metà degli infermieri a Mantova. Ma non è tutto: Rsa e ospedali cercano infermieri come se fosse la caccia all’oro e tra poche settimane inizieranno i periodi di ferie.
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«La carenza di personale infermieristico in Lombardia - sottolinea Guandalini - è di oltre seimila unità e in costante crescita. Le università lombarde formano circa duemila professionisti l’anno e l’uscita dalla regione è stimata in circa quattromila unità all’anno, tra pensionamenti, abbandoni ed espatri. L’infermieristica è una professione intellettuale, riconosciuta come una delle colonne fondamentali di un sistema salute. Le nostre università ogni anno formano infermieri con preparazione eccellente che sempre più spesso migrano verso Paesi esteri, soprattutto in Svizzera, alla ricerca di condizioni lavorative, organizzative, welfare e stipendi migliori». Secondo il presidente di Opi Mantova bisogna puntare su questi fattori per incentivare i giovani ad iscriversi al corso di laurea e per trattenere i professionisti in Lombardia».
«Il reclutamento di professionisti dall’estero - continua - non è una novità per l’Italia. Basti ricordare gli anni Ottanta e Novanta e non è l’unica soluzione per coprire la carenza di personale e soddisfare il crescente bisogno di salute dei nostri cittadini. Se non si valorizzano i nostri professionisti l’abbandono sarà inevitabile e le condizioni di lavoro non ottimali renderanno, nel tempo, poco appetibile il sistema anche per gli infermieri stranieri. La proposta dell’assessore di risolvere la carenza puntando solo sul reclutamento da altri Paesi avvilisce e svaluta i professionisti lombardi e incentiva l’allontanamento dalla nostra Regione e, peggio, dal nostro Paese».
